Come sfruttare la pandemia per fare grande musica: i tributi di Lucinda Williams

La cantautrice pubblica il primo di una serie di album tributo ai grandi del rock, inizialmente presentati come livestream.

Recensione del 22 apr 2021 a cura di Gianni Sibilla

Voto 8/10

La pandemia ha fatto male alla musica: è vero, verissimo, se pensiamo a quello che è successo all'industria dei concerti. Ma ha anche spinto artisti a inventarsi nuove forme musicali, certe volte con risultati davvero notevoli. 
Lucinda Williams, una delle più grandi cantautrici rock americane, ha fatto una delle cose migliori.
Questo tributo a Tom Petty è parte di un progetto davvero originale: sei livestream/album tributi ai grandi autori e ai grandi filoni della scena anglosassone.

Il progetto

Lo scorso autunno/Inverno, Lucinda Williams ha messo in piedi su Mandolin  "Lu’s Jukebox", una serie di show in streaming a pagamento, dalla qualità musicale altissima, in cui la cantautrice interpretava repertori altrui.
Sei puntate, la prima dedicata a Tom Petty, poi Bob Dylan, Rolling Stones, ma anche temi trasversali: il southern soul, i classici del country, le canzoni rock di Natale. Si pagava 20 dollari  - qualche dollaro in più se si voleva la versione audio in MP3 o vinile. Prezzo non economicissimo, se vogliamo: per seguirli tutti si spendeva una cifra importante; i video erano preregistrati e un po' troppo montati per un rock show, anche in digitale: si perdeva un po’ dell’effetto spontaneità.
Ma in versione solo audio il progetto funziona benissimo: a qualche mese di distanza il primo show, quello dedicato a Tom Petty vede la luce sulle piattaforme streaming. E possiamo sperare che nei prossimi mesi arriveranno anche gli altri.

Tom & Lucinda

Amici fraterni: vi basti sapere che nell'ultimo tour di Petty - quello che celebrava i suoi  40 anni di carriera e che terminò pochi giorni prima della scomparsa - Lucinda Williams era la sua "spalla". Questa frequentazione si vede e si sente nel disco, a partire dalla scela delle canzoni: qualche classico ("I Won’t Back Down"), ma molte scelte particolari, riscoperte dedicate ad un'affinità di visione del mondo ("Rebels") o al comune background sudista ("Southern accents", "Gainesville", "Louisiana Rain", "Down south"). 
Lucinda Williams le fa sue in maniera perfetta. Tante chitarre ma senza il jingle-jangle tipico di tanti brani degli Heartbreakers: piuttosto c'è un suono blues-rock, reso caldo da piano e organo reso ancora più personale dalla voce unica della cantautrice. 

La canzone

La versione di "Southern accents" è commovente. Le parole di Tom Petty sono tra le più intime e sofferte della sua carriera: "There's a southern accent where I come from/The young 'uns call it country/The Yankees call it dumb /I got my own way of talkin' /But everything is done with a southern accent /Where I come from". Lucinda la interpreta in maniera disarmante, con solo un po' di piano elettrico, un organo, e una chitarra appena accennata. Da brividi. In attesa degli altri brividi: vi posso anticipare che il volume dedicato alla rilettura delle canzoni di Bob Dylan è ancora più bello di questo gioiello.

Tracklist

01. Rebels (04:57)
02. Runnin’ Down a Dream (04:41)
03. Gainesville (04:11)
04. Louisiana Rain (04:49)
05. I Won’t Back Down (03:13)
06. A Face in the Crowd (04:08)
07. Wildflowers (03:29)
08. You Wreck Me (03:26)
09. Room at the Top (05:53)
10. You Don’t Know How It Feels (03:58)
11. Down South (03:32)
12. Southern Accents (04:23)
13. Stolen Moments (04:53)

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