Perché, a soli due anni dalla pubblicazione di "Halloween 77: The Palladium, NYC" - o ancora "Halloween" del 2003, selezioni di brani ripresi nel '78 al Palladium di New York - risalire la corrente fino al primo show di quella che il genio di Baltimora aveva sempre definito "la sua festività preferita"? Al di là della particolarità del concerto all'Auditorium Theater di Chicago del 31 ottobre di quarantasei anni fa - il primo della serie che si sarebbe conclusa nel 1984 - "Halloween 73", al netto di eventuali pulsioni completiste, fotografa un momento cruciale in quella che sarebbe stata l'attività dei Mothers of Invention nell'ultima tranche della propria carriera.
Reduce da un tour in Europa Zappa, tornato nell'autunno del '73 in America, decise di rinnovare l'organico del suo gruppo rinunciando al veterano Ian Underwood (fiati e tastiere) e a Jean Luc-Ponty (violino) in favore di Chester Thompson (alla batteria) e Napoleone Murphy Brock (a voce, sax e flauto). A questo punto solo un pazzo avrebbe deciso di mettere nuova carne al fuoco e di farla debuttare dal vivo, e infatti Zappa fece esattamente questo: dopo un mese scarso di prove, il capo catapultò la nuova formazione sul palco, con una scaletta dove le novità non mancavano.
Ecco perché chi ha apprezzato "Over-Nite Sensation" (del '73) e "Apostrophe (')" (dell'anno successivo) in "Halloween 73" ritroverà i prototipi live di "I’m The Slime" e "Cosmik Debris", oltre che a quelli di "Penguin in Bondage" e "Village Of The Sun" (poi pubblicate in "Roxy & Elsewhere"), e "Dickie's Such An Asshole" (uscita su "Broadway The Hard Way" dell''88). E' quel senso di "eccitazione e sfida" della quale parlano Ruth Komanoff Underwood e Ralph Humphrey a emergere, in primis, tra le tracce di "Halloween '73", più che lo spirito giocoso ma al contempo pionieristico che pervade il primo dei concerti per la notte del terrore che il compositore e bandleader avrebbe replicato per il decennio successivo: "Frank non si è mai guardato indietro, ma solo avanti", ricordano i due collaboratori negli appunti pubblicati sul booklet del cofanetto, "I cambi di formazione erano diventati una routine per lui, per esplorare nuove possibilità musicali e combinare diverse personalità. Era evidente, quindi, che Frank aveva bisogno di vivere la sua vita in uno stato di transizione perpetua, una realtà che poteva essere esasperante per noi quanto eccitante. Per quanto snervanti fossero questi cambiamenti costanti, lo sforzo ci ha resi dei musicisti migliori, nonostante inevitabili alti e bassi".
"Transizione perpetua", appunto: "Halloween '73", più che un nuovo aspetto di un artista che sta continuando a farsi scoprire anche a ventisei anni dalla sua scomparsa, restituisce lo spirito artisticamente - ed esteticamente - inquieto che Zappa ha assecondato nel corso di tutta la sua carriera, e che l'ha portato a imporsi come unicum a cavallo tra sperimentazione colta e musica popolare. Sfumando a tal punto il confine tra studio e palco fino a cancellarlo, il leader dei Mothers of Invention è stato capace di disseminare frammenti nel suo genio non solo nelle pubblicazioni istituzionali ma anche in tutte le testimonianze rimaste nel suo sterminato archivio, dal quale il fido Joe Travers - custode ufficiale dello sterminato lascito musicale di Zappa - è stato capace di estrarre questa ennesima gemma.