Tre anni dopo “The silver gymnasium” gli Okkervil River pubblicano un nuovo album, particolarmente ispirato, intitolato “Away”. La band è sempre più una emanazione del fondatore Will Sheff, poiché molti sono i membri che dal 1998 vi hanno militato e poi, per un motivo o per un altro, hanno lasciato il gruppo. L’album è stato prodotto dallo stesso Sheff e dietro il mixer a comandare le operazioni Jonathan Wilson. Tra quanti hanno collaborato alla buona riuscita del disco si segnalano la cantautrice Marissa Nadler e l’ex sodale di Sheff negli Okkervil River – ora frontman degli Shearwater – Jonathan Meiburg.
La storia del disco
Per “Away” Will Sheff ha composto una ventina di canzoni non avendo bene in mente quale sarebbe stata la loro destinazione finale. Quando è stato chiaro che avrebbero fatto parte di un nuovo capitolo della avventura discografica degli Okkervil River ha scelto le nove che a parer suo erano più funzionali alla chimica e alla uniformità dell’album.
Come suona e cosa c’è dentro
“Away” è un album cantato quasi sottovoce, molto rilassato, dai toni soffusi. Le canzoni si prendono tutto il tempo di cui hanno bisogno, in questo luogo la fretta è bandita. Questa è la ragione per cui ogni brano ha una durata di non meno di cinque minuti.
Perché ascoltarlo (o perché girare alla larga)
Il migliore motivo per ascoltare “Away” è anche il più banale: è un ottimo album. Vi si trovano delicatezza, nostalgia, grazia, malinconia, riflessione, equilibrio, stile. I meno sensibili lo potrebbero definire - molto sbrigativamente – un disco noiosetto. Gli ingredienti dell’album indicati sopra diventano, per chi non ci si riconosce e privilegia un suono qualche tacca sopra nella scala del volume, dei buoni motivi per girare alla larga dall’ascolto.
La canzone fondamentale: “Okkervil River R.I.P.”, è la prima, splendida traccia dell’album e introduce magnificamente alle atmosfere che saranno costante di tutto il disco. Inoltre ha un titolo che suscita più di una curiosità.