Lisa Hannigan - AT SWIM - la recensione

Recensione del 01 set 2016 a cura di Gianni Sibilla

Voto 8/10

Bella parabola, quella di Lisa Hannigan, da defilata musa/spalla di Damien Rice, ad uno spazio sempre maggiore, a cantautrice con un'identità unica e ben definita. "At swim" è il suo terzo disco, il secondo dopo la seprazione - traumatica, a quanto pare, ma più per Rice che per lei, che da ha mantenuto una traiettoria discografica irregolare. Lisa ormai è Lisa, non "la ex-di-Damien", anche se questo disco arriva a 5 anni da "Passenger": in mezzo collaborazioni, tour, persino una mezza hit improbabile con "What I'll do", e quindi il nuovo lavoro, di nuovo con un grande produttore. Dopo Joe Henry, è la volta di Aaron Dressner dei National.

Il risultato è un disco particolare, vecchio stile se vogliamo. Uno di quei lavori che richiedono tempo e tanti ascolti, per essere apprezzati. E che poi, ad un certo punto, si aprono e ti svelano un mondo.

Più passa il tempo, e più Lisa si rivela una scrittrice capace, originale, intensa. Capace di passare da canzoni quasi eteree come "Prayer for the dying"  e "Ora" ad altre dalla struttura più classica, come "Fall" e "Snow", a brani più irregolari come "Lo" e "Undertow". Il contributo di Dressner si sente nella pulizia dei suoni, negli arrangiamenti, anch'essi spesso eterei, puliti.

E' un album in bianco e nero, come la copertina: minimale, e come lo sguardo della Hannigan, un po' ti sfida all'ascolto, un po' fa la seducente, pur con vestito casto e vecchio stile. Un lavoro perfetto per le sere autunnali che ci aspettano a breve.

 

 

Tracklist

01. Fall (02:59)
02. Prayer For The Dying (04:34)
03. Snow (03:38)
04. Lo (03:54)
05. Undertow (03:24)
06. Ora (02:49)
07. We, The Drowned (03:59)
08. Anahorish (01:50)
09. Tender (03:57)
10. Funeral Suit (04:00)
11. Barton (04:26)

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