Dido - GIRL WHO GOT AWAY - la recensione

Recensione del 06 mar 2013 a cura di Gianni Sibilla

Voto 7/10
Dido è quello che si definisce un “guilty pleasure”. La ascolti, ma non lo dici troppo in giro, perché non è cool .
L’hanno ascoltata in milioni di persone (i primi due album, “No angel” e “Life for rent” hanno venduto più d 15 milioni copie). E l’hanno denigrata in quasi altrettanti: troppo pop, troppo leggera, troppo inconsistente, si diceva. Però poi i dischi vendevano, le radio la passavano, gli spot usavano le sue canzoni, nomi grossi si affollavano alla sua porta a collaborare (in fin dei conti l'ha praticamente scoperta Eminem, che la campionò per "Stan").

“Girl who got away” arriva 5 anni da “Safe trip home”, che in termini commerciali fu un flop (anche se ottenne critiche generalmente un po’ più positive). Ma la solfa non cambia: continueremo ad ascoltare Dido senza sbandierarlo troppo in giro.
Perché ancora una volta la cantante inglese ha fatto un bel disco, rassicurante, prodotto e scritto bene. Ma che offrirà sempre il fianco a chi la vorrà sbeffeggiare, soprattutto oggi che non ha più dalla sua neanche la forza delle classifiche e delle vendite (sono cambiati i tempi...) e che la musica pop è dominata da cantanti più giovani, più aggressive.
Ecco, no: Dido oggi è una donna di 40 anni che canta le gioie della maternità (tutte le cantanti ci cascano prima o poi) e che non riesce ad essere cattiva neanche quando parla della rabbia verso un ex, come in “Blackbird”: la sua voce rimane soave e calda pure in queste circostanze.
“Girl who got away” è un disco che riporta Dido verso le sue origini elettroniche - suo fratello Rollo, non va dimenticato, era parte dei Faithless e Dido esordì lì come vocalist. Rollo produce praticamente tutti i brani dell’album, che scorre via piacevolmente e senza cadute di tono. “No freedom”, il singolo, è la classica canzone alla Dido, alla “White flag”, per intenderci: un beat delicato, una bella melodia. Fosse stata pubblicata anni fa sarebbe stata un singolone radiofonico, oggi chissà - se volete una versione un po' più movimentata, cercate il remix di Benny Benassi incluso nella deluxe edition.




La zampata del disco è “Let us move on”, soprattutto grazie alla presenza dell’astro nascente dell’hip-hop Kendrick Lamar : in generale, Dido funziona meglio con queste sonorità elettroniche che con quelle più tradizionali, come ci capitò di dire già ai tempi di “Safe trip home” e questa è la buona notiza del disco.
Per il resto, “Girl who got away” non cambierà la vostra opinione. La mia è che Dido va presa per quello che è: una cantante pop, che piace proprio per i suoi limiti. Non è innovativa, non ha particolari picchi ma è estremamente piacevole e sa confezionare benissimo le sue canzoni. “Girlo who got away” ne è l’ennesima dimostrazione.

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