Di certo, con "Warrior" Ke$ha cerca di adottare un approccio molto più serio. Innanzitutto, meno autotune (il suo tanto criticato tratto distintivo) e meno dance facilona, dato che le influenze elettroniche più evidenti sembrano quelle della scuola francese (sul finale, sia "Supernatural" che "Warrior" diventano pezzi dei Justice ). Ma è l'album rock promesso nelle interviste? Non proprio, anche se a Ke$ha non sembra mancare una porta d'accesso al genere: gli Strokes suonano nella strokesiana "Only wanna dance with you"; il batterista dei Black Keys presenzia in "Wonderland"; la traccia dell'edizione deluxe "Past lives" è una bella ballata prodotta dai
E poi c'è Iggy Pop . In "Dirty love", il duetto sul sesso meno sexy del mondo, i due si urlano addosso sconcerie a caso (a un certo punto Iggy canta di scarafaggi e Rick Santorum!), ma Ke$ha tiene la scena, regge il confronto e sembra molto più a suo agio in questa veste che nelle canzoni dance che l'hanno resa celebre.
Non tutti gli esperimenti sono altrettanto riusciti e si sente il peso di un paio di rassicuranti tracce standard che sembrano b-side di Katy Perry, ma "Warrior" è un album che sposta Ke$ha in una direzione interessante e inattesa. Perlomeno non fa schifo.