Il risultato è un lavoro molto intimo, intriso di malinconia (“Memorabilia”) e speranza (“Vigilia”), a tratti quasi sperimentale, complesso ma mai ostico. Un lavoro che dal punto di vista musicale si rifà stilisticamente a Battiato , il cantautore filosofo per eccellenza, e in minor misura a Gaber e De André . In pratica il gotha del cantautorato italiano, niente meno. Una bella sfida che Fabio supera nell’unico modo possibile, in altre parole riversando all’interno della sua musica quelle esperienze personali cui si faceva riferimento poc’anzi; esperienze che, per definizione, non possono che essere esclusivamente sue. In termini filosofici si direbbe che per quanto la forma de “Il minuto secondo” a tratti può sembrare fin troppo familiare, la sostanza di cui è composto è assolutamente originale, unica e irripetibile. Una sensazione che già dopo le prime note di “Questo strano abisso”, forse il pezzo migliore del disco, si rivela in tutta la sua concretezza: una piccola nenia accennata dal pianoforte su cui montano in maniera molto dolce e delicata archi e sezione ritmica ad accompagnare il cantato sempre molto soffice di Fabio.
Dalle calde armonie dell’opening si passa poi rapidamente alla freddezza sintetica di “May day” e al pop radiofonico di “Loop” che, con la successiva “Avevi freddo”, va a costituire il classico duplice indizio: evidentemente quando parlavo di “un lavoro che dal punto di vista musicale si rifà stilisticamente a Battiato” non stavo dicendo fesserie. Dall’indizio si passa quindi alla prova con “Canto alla durata” e “Finto inverno”, canzone d’amore per chitarra, pianoforte e archi perfettamente riuscita e dal sapore fortemente nostalgico, che fa della semplicità la sua arma più grande sia da un punto di vista strumentale che lirico: “Però se m’innamoro / sarà perché ti amo”. L’uovo di Colombo. “I don’t love you” chiude infine la sezione “Vigilia” in maniera meravigliosamente agrodolce, una follia sintetico vintage cantata interamente in inglese che introduce alla perfezione il lato B del disco, “Memorabilia”.
Un lato B nettamente più variegato rispetto alla prima parte: cinque pezzi in inglese, su tutti la funerea “When I am laid in earth” e la ninna nanna modulata “Frivolous tonight”, uno in italiano, “Lascia ch’io pianga”, e uno addirittura in tedesco, un gustosissimo lied per voce e piano intitolato “Eine kleine fruhlingsweise”. A dimostrazione che Fabio Cinti è prima di tutto un fine conoscitore della musica nonché ottimo compositore; un artista dallo spirito pop, eppure sempre molto profondo e sofisticato. Qualità quest’ultima che spesso, parlando di musica, rappresenta il più classico dei limiti. L’ostacolo si può però tranquillamente superare guarda caso nel modo più semplice possibile: ascoltando. “Il minuto secondo” è un disco che richiede un ascolto attento, un ascolto vigile che aiuti a capire le memorie che l’opera racchiude. “Vigilia” e “Memorabilia”. Sommatele e scoprirete chi è Fabio Cinti. Noi lo stiamo già facendo grazie alla rubrica