Non è sparita del tutto: si è sposata, ha fatto musica con il marito sotto la sigla Cirkus. Ma "The Cherry Thing" è di fatto il suo primo disco in tutto questo tempo. Ed è uno di quei lavori che ami immediatamente o odi all'istante. Dimenticatevi il pop raffinato e contaminato, l'elettronica. Qua si fa sul serio: l'album è inciso assieme a The Thing, combo jazz della natia Svezia, che deve il nome ad una composizione di Don Cherry.
Neneh è figlia adottiva del grande jazzista, compagno di avventure di Ornette Coleman nella sperimentazione estrema del free jazz ed è questo il mondo in cui si muove l'album. Un “power trio” jazz fatto di sax, basso e batteria, e la sua voce, su 8 tracce: due originali diverse cover.
Non è un disco estremo come le cose estreme del free-jazz, perché la forma canzone c’è, e supporta la sempre splendida voce di Neneh Cherry. Ma quelli di The Thing pestano ben ben benino, con i loro strumenti. “Dream baby dream” è probabilmente il capolavoro dell’album: un’ipnotica composizione dei Suicide, già riletta da Springsteen per chiudere i suoi concerti solisti del 2006. Qua la sezione ritmica sostiene gli assoli del sax, con la voce a ripetere ossessivamente “Dream, baby dream”, per 8 minuti: un vero gioiello.
Il bello dell’album è che Neneh Cherry riesce a mantenere il suo “groove”, la sua propensione alla melodia anche senza l’elettronica: lo dimostra la rilettura di “Too tough to die”, brano della sua erede Martina Topley-Bird (prima vocalist di Tricky, poi solista contaminata anche lei: la canzone venne originariamente incisa per il suo primo disco, gioiello che risponde al titolo di "Quixotic", 2003).
Tutto il progetto "The Cherry Thing" è nato da jam collettive - la Cherry si è incontrata con il gruppo ad un concerto nel 2010, e da improvvisazioni è nato il feeling; ma nell’album l’insieme ha trovato una sua coesione, che conserva le origini jazz ma anche la melodia vicina al pop: ed è questa riuscita unione di opposti a rendere interessante il progetto.
Insomma: non è un disco semplicissimo, “The Cherry Thing”. Ma è sicuramente una delle cose più affascinanti e originali che vi può capitare di sentire di questo periodo. E già questo è un motivo sufficiente. Poi, il ritorno di Neneh Cherry... Ecco, speriamo che sia un ritorno vero e non estemporaneo, perché la voce e il personaggio sono ancora più affascinanti.