Ringo Starr - Y NOT - la recensione

Recensione del 28 gen 2010 a cura di Franco Zanetti

Lo sapete tutti che per Ringo ho un debole. Lo testimoniano le mie recensioni di due dei suoi recenti album, “Choose love” e “Liverpool 8”. Ma non sempre l’affettuosa parzialità può bastare. E in questo caso non basta, purtroppo, perché “Y not” (da pronunciarsi “Why not”, cioè “Perché no?”) è davvero una delusione. Primo album che Ringo decide di autoprodursi, non manca certo di nomi eclatanti fra gli ospiti e i collaboratori: Joe Walsh, Dave Stewart, Don Was,
Joss Stone , Ben Harper , Richard Marx sono solo alcuni di quelli che hanno cantato e suonato nel disco, e alcuni di loro hanno anche contribuito alla composizione dei dieci brani. Naturalmente il più celebre fra i collaboratori è il vecchio sodale Paul McCartney , che suona il basso in “Peace dream” e canta in “Walk with you”, una canzone che porta la firma illustre di Van Dyke Parks (se non sapete chi è, è una buona occasione per andare a informarvi).
Perché una delusione, dunque? Perché non c’è nessun momento che non sia prevedibile, perché ogni canzone si sviluppa esattamente come ci si aspetta che faccia dopo metà della prima strofa, perché - e non lo dico per i testi, amabilmente ingenui e intrisi di quella filosofia “peace & love” che Ringo sembra il solo a propagandare ancora oggi - va bene l’AOR, cioè l’Adult Oriented Rock, ma questo non è nemmeno MOR, il vecchio “middle of the road”, la musica commerciale senza pretese. E’ - boh, inutile. E rende inutile persino la sempre emozionante inconfondibilità della voce di Ringo. Se io fossi il suo consulente, gli direi: amico, tu hai bisogno di buone canzoni, perché non hai mai avuto una gran voce e oggi i tuoi colleghi ti danno canzoni scadenti. Perché non pensi a fare una seconda puntata di “Beaucoups of blues”, quel tuo bel disco del 1970 con canzoni country & western? E perché non pensi a rifare una seconda puntata di “Sentimental journey”, quel tuo bel disco del 1970 con canzoni degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta? Dai, quest’anno saranno quarant’anni dall’uno e dall’altro: facci un regalo, fatti un regalo. Perché no?


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