Ma questo disco fa notizia perché è il secondo lavoro dell'attrice americana, dopo l'album di cover di Tom Waits, per la verità trattato malamente da buona parte della critica. Però è un peccato, perché - paragoni impietosi a parte - invece "Breakup" funziona, per almeno due motivi.
Uno, perché è soprattutto un disco di Pete Yorn, che è un bravo cantautore, che sa scrivere egregiamente, barcamenandosi tra rock e power-pop. Due, perché la Johansson finalmente sfodera una voce un po' meno da gattamorta, un po' più piena. Certo, molto retrò, sulla scia delle varie Amy Winehouse e vari cloni, e quindi non originalissima. Ma almeno canta, non sussurra.
"Breakup" è un disco breve (non necessariamente un male, anzi): 8 canzoni originali, una cover - "I am the cosmos", brano di culto dell'ex Big Star Chris Bell, che forse è il momento più debole del disco. Ed è un lavoro piacevole, non particolarmente innovativo, ma tant'è: l'epoca dei concept album a due voci (viene in mente anche il lavoro di Lee Hazlewood con Nancy Sinatra) è finita da tempo, per cui basta prendere questo disco per quello che è, un buon lavoro, un buon compendio di