Sta di fatto che “Ultime notizie di cronaca”, pur essendo nato per onorare un vecchio contratto discografico, è un gran disco. Un onere trasformatosi in onore, una degna chiusura di una fase.
Non è un disco leggero, non lo sono stati mai i gruppi di Feretti. E chi vorrà trovarci qualche spunto per incavolarsi, per leggere i testi delle canzoni alla luce delle prese di posizioni pubbliche di Ferretti potrà anche farlo. La verità è che le 9 cronache del disco dimostrano soprattutto che la chimica tra Ferretti, Maroccolo e Canali è ancora fortissima, nonostante questo lavoro sia stato pensato soprattutto a distanza.
Musicalmente il disco prende le mosse dalle influenze elettroniche del primo album del gruppo, quello a cui lavorò Hector Zazou. Su queste influenze – ora territorio di Maroccolo – si innestano le chitarre e il rock di Canali. I tre dicono che questo è il vero secondo album del gruppo, come se “D’anime e d’animali” fosse stata una parentesi. Ed è vero, in larga parte.
Il punto è che Ferretti è sempre stato un punkettone provocatore, e continua ad esserlo anche oggi: epico, aggressivo, cantilenante. Le 9 cronache si distinguono sostanzialmente in private - quelle che accennano al ritorno di Ferretti sugli Appennini, alla sua famiglia (“Cronaca filiale”) – e canzoni più pubbliche, soprattutto le tre “Cronache di guerra”, quelle in cui si sentono gli echi musicali più riconoscibili della storia del gruppo - su tutte “Cronache di guerra 2”. Sono questi i brani in cui Ferretti torna a scioccare con le sue parole, come ha sempre fatto; alcuni temi sono riconoscibili – l’avversione per un certo pacifismo militante, altri accenni a temi più recentemente cari a Ferretti. Ma il percorso musicale e lirico non è in discussione: è coerente, come coerenti ed onesti sono sempre stati questi musicisti.
"Certo le circostanze non sono favorevoli. E quando mai?", canta Ferretti nel brano d'apertura. Esattamente: da queste circostanze è nato un canto del cigno - perdonate la metafora banale - una fine degna della grandezza di questo nucleo di musicisti, un disco da ascoltare con attenzione, e con gratitudine. Per grazia ricevuta, appunto.