Ma il sottotitolo non rende giustizia alla bellezza di questo lavoro, che inizia laddove finiva “Ovunque proteggi”, ultimo album di studio di inizio 2006. “Da solo” è chiaramente diverso dal bestiario musicale che era quell'album, ma ha molto in comune con la title-track: è un album di ballate, o meglio di inni, centrati sul pianoforte e su coloriture sonore varie che completano le canzoni, ma rimanendo sullo sfondo, in un orizzonte di suoni spazioso, pieno di aria. Capossela non rinuncia a divertirsi con la musica, come nella marcetta “Una giornata perfetta”, o nel finale de “Il gigante e il mago”, che ci riportano il cantautore più divertente e divertito che tutti conosciamo.
Ma la vera protagonista di di questo album è la voce di Capossela, e con essa le parole e le storie che racconta: storie che parlano di clandestini, di America, di strani personaggi come è lecito aspettarsi da un autore con un immaginario così vivace come il nostro.
La verità è che “Da solo” è il disco che sancisce la definitiva maturità di questo artista, che ha saputo fare un lavoro “a tema”, senza perdere la propria identità, ma anche sapendola declinare in canzoni delicate e stupende. Meglio soli che male accompagnati, si dice, ma anche da solo Capossela sa farsi accompagnare al meglio.