Per una volta l' “hype” su un gruppo è più che meritato: i Modest Mouse sono una strana e bellissima realtà del rock contemporaneo, e questo disco non fa che confermarmarlo. Somigliano solo a se stessi, con la loro struttura irregolare delle canzoni, con l'ironia fulminante del leader Isaac Brock (i loro titoli sono quasi sempre dei capolavori...). Se proprio volete trovare qualche termine di paragone, si va sui Violent Femmes (in Italia in questi giorni, tra parentesi) e sui Talking Heads (con meno cerebralità e più divertimento).
I Modest Mouse riescono ad essere divertenti pressoché sempre, sopratutto in pezzi come “Dashboard”, che replica il successo del singolo “Float on” di un paio di anni fa, e in cui si intrecciano fiati, chitarre archi e una bellissima melodia. Sono canzoni irregolari, quelle dei Modest Mouse, eppure ti si appiccano addosso. Viene da chiedersi cosa ci faccia in una band del genere uno come Johnny Marr, che con la sua chitarra ha scritto alcune delle più belle – e regolari, nel senso buono del termine – canzoni pop-rock degli ultimi 25 anni. E infatti si sente qua e là, a volerlo cercare, come in alcuni passaggi di “Florida” oi "Missed the boat". Insomma, a scanso di equivoci, questi non sono i Modest Mouse con Johnny Marr, ma i Modest Mouse. E questo basta, perché “We were dead before the ship even sank” è uno dei dischi più originali e piacevoli di questo periodo.