Frames - THE COST - la recensione

Recensione del 28 nov 2006 a cura di Gianni Sibilla

Se abitate a Milano, e state leggendo questa recensione nel giorno della sua uscita, 28 novembre 2006: andate questa sera alla Casa 139 ad ascoltare i Frames, e ringrazierete di averlo fatto. Se la leggete dopo, il gruppo dovrebbe tornare a febbraio 2007, e non fatevelo scappare. Se la leggete in qualsiasi altro momento o luogo, andate a recuperarvi questo disco.

I Frames sono uno dei segreti meglio custoditi del rock, come disse qualcuno. Per farla breve: sono una via di mezzo tra i Radiohead e Damien Rice, e anzi quest'ultimo – irlandese come la band - deve molto ai Frames. Solo che i Frames sono ormai al sesto disco di studio e, anche se in patria sono assai famosi, fuori sono un fenomeno di culto per pochi. Basta recuperare una qualsiasi delle loro incisioni live – in rete ne circolano molte, ed esiste un bel disco live “Set list” - per cogliere l'incredibile intensità che Glen Hansard (la mente del gruppo) è in grado di mettere nelle canzoni e per capire per capire la loro fama “sotterranea”.
I Frames si sono portati per anno addosso la nome di band live incredibile ed autrice di dischi belli ma incapaci di ricreare questa forza in studio. Non è proprio vero, ed anche il disco precedente “Burn the maps” era un piccolo gioiello. Però, per sfuggire a questa fama, i Frames hanno registrato in presa diretta questo “The cost”, e il risultato è un disco più secco e diretto, meno arrangiato del precedente, ma non meno bello. Un disco fatto di dieci canzoni elettriche e dilatate, con qualche concessione al pop (“Sad songs”), con molte ballate e con una forza davvero invidiabile. Le progressioni di “When your mind's made up” e di “People get ready” sono pressoche perfette e promettono faville dal vivo, così come “Falling slowly” non può non piacere ai fan dei Radiohead.

I (corto)ciruiti della musica sono davvero strani, talvolta: si può anche capire che non abbiano sfondato (non sono un gruppo pop), ma è un mistero il motivo per cui i Frames rimangano così poco conosciuti, quasi i loro fan facessero parte di una setta segreta. Non è mai troppo tardi per scorpirli...

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