E’ la storia di tante rockstar. Ed è la storia di Morrissey, riaccolto a braccia aperte da discografia e pubblico nel 2004 con la pubblicazione di “You are the quarry”, primo disco di inediti in 7 anni (passati per l’appunto a tenere concerti per pochi intimi, memori del passato con gli Smiths). Ecco a suggellare il ritorno un bel disco live. Che conferma quanto abbiamo sempre sospettato: Morrissey è teatrale in tutto, melodrammatico fino al midollo; viene da pensare che si sia allontanato dalle scene solo per poter rientrare trionfalmente, come compete ad una star e ad una voce del suo calibro.
Questo “Live at Eearls Court”, registrato alla fine dell’anno scorso a Londra, è un bel compendio del personaggio: 5 brani dal repertorio degli Smiths (e che brani! Spiccano le immortali “There is a light that never goes out” e “Bigmouth strikes again” – dove la frase “And her walkman started to melt” viene aggiornata in “And her iPod started to melt”...), alcuni brani dal repertorio solista (anche se qua mancano i classiconi) e dell’ultimo disco. Più alcune cover: “Subway train” dei New York Dolls (che Morrissey ha fatto riformare proprio nel 2004) e “Redondo beach” di Patti Smith.
Tutto suona bene, e non è poco: uno dei problemi del Morrissey solista era proprio l’essere accompagnato da band che facevano rimpiangere Johnny Marr e gli Smiths. Un problema risolto già in “You are the quarry” – bel disco non solo liricamente ma anche musicalmente – e che anche dal vivo pare scomparso.
Insomma: un bel disco, una bella storia melodrammatica, un live tutt’altro che inutile – come spesso capita.