Lyle Lovett - MY BABY DON'T TOLERATE - la recensione

Recensione del 09 mar 2004 a cura di Gianni Sibilla

Sette anni. Tanto è passato tra “The road to Ensenada” e questo “My baby don’t tolerate”. Tanto ci ha messo Lyle Lovett per realizzare un nuovo disco di inediti: uscito lo scorso autunno 2003 in America, viene ora pubblicato pure in Italia. Non che il Nostro sia stato fermo, dal 1996 ad oggi: un disco di cover, una raccolta, un disco live, e un disco che riunisce le sue canzoni per il cinema (questi ultimi due li trovate recensiti nell’archivio di Rockol). E si è fatto notare proprio in quest’ultimo campo anche come attore (nonché qualche tempo fa anche come oggetto di pettegolezzi per il suo matrimonio con Julia Roberts).

Eppure il suo terreno rimane la musica. E qua è una stella di prima grandezza. Nessuno come lui è riuscito a svecchiare il country, contaminandolo con la canzone cantutorale, con lo swing, con il jazz e con il gospel, e donandogli un po’ di sana autoironia, utile a sfatare quell’alone veteromaschilista che spesso accompagnava il genere.
Da questo punto di vista, “My baby don’t tolerate” è un po’ una summa di tutta la carriera di questo personaggio. C’è il country, ovviamente, con quelle chitarre e quei violini che affiorano un quasi ovunque. C’è il blues della title track e c’è la musica d’autore più classica: “You were always there” è un piccolo grande gioiello, che ricorda alcuni momenti di “I love everybody” – il disco "dylaniano" di Lovett che a detta di chi scrive rimane la cosa migliore da lui prodotta. C’è il gospel dei due brani finali, “I’m going to wait” e “I’m going to the place”. C’è l’ironia sull’ambiente country, ben evidente in “On saturday night”, che parla di una “famiglia-tipo”: “Vivono a Nashville, guidano una Coup De Ville, tutti prendono delle piccole pillole il sabato sera”.

Soprattutto, c’è una capacita di scrittura e intepretazione praticamente senza pari. Canzoni belle, memorabili e inconsuete allo stesso tempo, cantate da una voce calda. Insomma, Lyle Lovett è un grande: se uno solo dei generi vi piace, e se non avete questo atipico country-man, “My baby don’t tollerate” è l’occasione buona per scoprirlo..

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