Nello scegliere questo disco per questo spazio contano almeno tre motivi. La prematura scomparsa di Joe Strummer, avvenuta lo scorso dicembre, che certamente ha lasciato il segno. Quindi l’importanza storica del gruppo. E, infine, la qualità della raccolta in questione.
Partiamo dal primo punto. Per la cronaca, questa raccolta non è un’opera di sfruttamento della memoria. Era già in lavorazione al momento della scomparsa, e questa (triste) coincidenza è ricordata nel doppio CD da una laconica dedica. Peraltro, i Clash erano sciolti da tempo e, per quanto le voci periodicamente si facessero sentire, non era in programma alcuna reunion. Forse questi dettagli rendono “eticamente accettabile” questa raccolta, ricordandoci una coerenza che era uno dei tratti fondamentali della figura di Strummer e dei Clash. Certamente a Rockol fa piacere ricordare Strummer, e di farlo attraverso la sua musica, che qua è ben documentata.
Per quanto riguarda il secondo e il terzo punto, l’importanza dei Clash non si discute, ma è bene rammentarla. Ovvero, il punk che ha saputo crescere, trasformarsi, aprirsi a nuovi orizzonti senza perdere la sua forza dirompente e di ribellione: questa è stata la lezione della band di Strummer. Dagli esordi con canzoni grezze e aggressive come “White riot” ai suoni “world” di “Sandinista!” passando per il recupero del reggae e dei suoni caraibici, il percorso è stato lungo e glorioso. Nessun altro gruppo inglese del periodo 1976-1977 ha saputo fare altrettanto. Qualcuno ha forse rappresentato meglio la furia iniziale del punk, ma si è spento poco dopo. Certo, dopo “Sandinista!”, è arrivato il successo di “Combat rock” (il disco di “Should I stay or should I go”), le liti di “Cut the crap” che hanno portato al punto più basso della carriera del gruppo, e allo scioglimento definitivo. Ma molte band attuali dovrebbero studiare queste canzoni come libri di testo, e imparare anche la lezione umana di questa band.
Questo percorso è ben documentato da questa “The essential”, che è esattamente quello che il titolo promette, come peraltro tutta la serie della Sony, che ha già visto volumi dedicati a Bob Dylan, Leonard Cohen, Janis Joplin ed altri grandi del catalogo della major. L’essenziale quindi, sia in termini di musica che in termini di packaging. Nei 41 brani proposti c’è tutto quanto bisogna ascoltare per conoscere questo gruppo, o per avere un CD da viaggio. Nel primo caso, consigliamo di andare subito dopo a procurarsi i dischi originali, partendo da “London calling”. Per quanto riguarda la confezione, aspettatevi note di copertina precise ma non dettagliatissime, qualche efficace foto ed una breve introduzione al gruppo.
Insomma, questo è un invito ad andare a (ri)scoprire i Clash. Ne sentivamo già la mancanza, la sentiremo ancora di più ora che Strummer non c’è più.