PGR - MONTESOLE - la recensione

Recensione del 28 feb 2003 a cura di Gianni Sibilla

PGR capitolo secondo. O, meglio, capitolo primo. “Montesole” è, in ordine di pubblicazione, il secondo disco del gruppo formato dagli ex-CSI Giovanni Lindo Ferretti, Ginevra Di Marco, Giorgio Canali, Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli. Cronologicamente, però, documenta la prima uscita pubblica del gruppo. Anzi, ne testimonia addirittura la nascita: si tratta della registrazione dell’esibizione della serata del 29 giugno 2001, organizzata per l’appunto a Monte Sole, in memoria di Don Dossetti, in cui per la prima volta i musicisti si sono esibiti pubblicamente dopo lo scioglimento dei C.S.I.. Proprio nell’occasione si sono formati ufficialmente i PGR, che presero il nome dal titolo della serata: nell’autunno successivo avrebbero inciso l’eponimo disco di debutto, prodotto da Hector Zazou e uscito nella primavera del 2002.

La “funzione” di questo disco è quindi doppia. Da un lato testimonia una serata speciale, che ha visto la (ri)nascita di un gruppo. La storia di questi musicisti, peraltro, è fatta proprio di momenti magici come quello qua documentato, veri e propri riti di passaggio in cui la musica rinasce dalle sue ceneri, come un’araba fenice. La transizione dai CCCP ai C.S.I. era avvenuta in un contesto per certi versi analogo, nello spettacolo “Maciste contri tutti” che fece da prologo alla nuova esperienza, e venne poi pubblicato su CD. Lo stesso è avvenuto a Monte Sole nell’estate del 2001: dopo una lunga (e per certi versi dolorosa) fine dell’esperienza precedente dovuta all’uscita dal gruppo di Massimo Zamboni, Ferretti, Maroccolo, Magnelli, Canali e Di Marco si sono ritrovati e reinventati, mettendo in piedi uno spettacolo particolare fatto di reinterpretazione di vecchi brani, letture musicate e nuove canzoni.
La seconda valenza di questo disco è quella, per così dire, “assoluta”: si tratta di un bellissimo lavoro, indipendentemente dalla sua storia, ed è per questo che merita di essere ascoltato. La bravura e la sensibilità di questi artisti non la scopriamo di certo oggi, ma le riletture di brani tra di loro diversi come “Madre” (CCCP) o “Unità di produzione”, “Cupe vampe”, “Campestre” (C.S.I.) sono assolutamente da brividi: scarnificate all’essenziale, diventano melodie e suoni di una purezza ineguagliabile. Non sono da meno le composizioni nate per la serata, come la lettura musicata tratta da da “La notte” di Elie Wiesel, o le rielaborazioni di testi sacri quali “Libera me domine” o “Veni creator spiritus”. Tutto si fonde in una sorta di unica suite musicale dalla straordinaria intensità. Il percorso “elettronico” che il gruppo concretizzerà nel disco prodotto da Zazou si inizia a delineare in certe scelte sonore(come la rilettura di "Unità di produzione"), si intuisce nell’approccio minimalista, e si ascolta nelle due brevi canzoni "P.C. (Popular correct)" e "1/365" che, pur essendo incluse nel disco non arrivano dalla serata di Monte Soleda ma da quelle sessioni di registrazione.

In sostanza, questo “Montesole” è il bellissimo documento di un momento di grazia, così come lo erano stati per i C.S.I il live acustico “In quiete” o il concerto dedicato a Fenoglio “La terra, la guerra, una questione privata”. Un album che non fa che aumentare l’attesa per il ritorno sui palchi: il tour teatrale dei PGR è previsto per marzo (vedi news), e sarà davvero interessante vedere cosa ci riserverà.

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