Green On Red - GAS FOOD LODGING / GREEN ON RED - la recensione

Recensione del 01 feb 2003 a cura di Gianni Sibilla

C’era una volta il “Paisley undeground”: chi è cresciuto musicalmente negli anni ’80 se lo ricorderà bene, perché era un movimento che, al tempo, riuniva alcune delle band più “forti”, più "rock". L’etichetta venne creata dai soliti “critici”, ma era un modo per mettere sotto lo stesso tetto band come i Dream Syndicate di Steve Wynn, i Long Ryders, i Rain Parade. Qualcuno ci mise pure i primissimi R.E.M., che però c'entravano fino ad un certo punto. In italia si provvide pure a pubblicare un'enciclopedia del "Rock Psichedelico", perché questo era il "Paisley underground", e alla psichedelia faceva riferimento il movimento. Non durò molto, e di questa cricca pochi sono sopravvissuti: i R.E.M., ovviamente; Steve Wynn, che continua con una buona carriera solista, e pochi altri. Ciò che accomunava queste band erano le solide radici nella musica americana degli anni ’60, un suono appunto vagamente “Neo psichedelico”, tra la California dei Byrds e di altri numi tutelari come Neil Young.

Del gruppo facevano parte, anzi ne erano tra gli esponenti di punta, i Green On Red di Dan Stuart e Chris Cacavas. E, come molti altri gruppi del genere, ebbero una parabola che tocco punti molto alti, ma presto discese: il loro primo lavoro è di metà degli anni ’80, ma all’inizio degli anni ’90 erano già dispersi.
Questo “Gas food lodging” è forse il climax del loro percorso. Pubblicato come secondo album nel 1985, è già stato ristampato nel 1996 insieme all’EP eponimo di esordio del gruppo. La Restless lo ripubblica, con due brani aggiuntivi e abbondanti note di copertina.
Ve lo segnaliamo non solo come documento storico di un movimento “di nicchia” ma a suo modo importante, ma perché è un buon disco ancora oggi. Se volete capire da dove arriva il tanto pompato “Alt.country” odierno, quello di Son Volt, Wilco, etc., questo è il disco giusto. I Green On Red hanno alcune origini molto evidenti, che non hanno mai nascosto: Neil Young su tutti, per gli intrecci chitarristici, per la Vice di Dan Stuart. Tanto che uno dei brani di questo disco, “Sea of Cortez”, fa eco a “Cortez the killer”, e non solo nel titolo… Per il resto, il loro è un rock sporco, grezzo e diretto, ancora piacevole, che incarna l’idea stessa della musica americana “pura”. Perché i Green On Red piaceranno ai “puristi”, a quelli che da una band non vogliono sconvolgimenti o idee innovative, ma solo forza e passione. Questa, in fondo era l’idea del “Paisley underground”, e questa è l’idea di buona parte del rock odierno….


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