Effettivamente si tratta di un disco dal vivo, effettivamente è stato registrato nella nuova serie della fortunata trasmissione di MTV. “Unplugged” consta di 13 canzoni nuove – 11 originali e due cover: “So much things to say” di Marley e il traditional “The conquering lion” - disposte su due dischi. Suonate con la sola chitarra acustica. Insomma, una mossa che in termini di music business è una sorta di suicidio commerciale.
Ma questa è Lauryn Hill nel 2002: stufa di cantare “Baby baby baby” per l’ennesima volta, come spiega lei stessa in una delle numerose chiacchierate con il pubblico che inframezzano le canzoni; una che si è sentita “Bloccata in un sistema che ti succhia il sangue”, come canta in “Mr. Intentional”. Un’artista che ha reagito con un disco che è una testimonianza, più che un album. La testimonianza fedele di un concerto, senza editing o overdub, e la testimonianza di un periodo difficile, di sovraesposizione ai media e al pubblico. Forse il momento più toccante dell’intera raccolta è il pianto durante “I gotta find peace of mind”, un titolo che è tutto un programma.
Insomma, un disco meritorio e coraggiosissimo, anche solo per il modo in cui un’artista sfida a testa alta le convenzioni dell’industria. Peccato però che il CD sia pieno di indicazioni “will not play on PC/MAC” -la scritta che segnala che i lettori dei computer casalinghi non possono leggere il supporto, per evitare le copie pirata- che riportano anche questo disco alla dura realtà del music business…