Ballaké Sissoko - DELI - la recensione

Recensione del 28 gen 2001

Figlio del grande maestro di kora Maningue Djelimady Sissoko, Ballaké è il più importante fra i nuovi suonatori di quello che è uno degli strumenti più rappresentativi del suono africano. Questo album giunge un anno dopo “New ancient strings”, inciso dal musicista del Mali in coppia con il connazionale Toumani Djabate (che nello stesso anno aveva diviso lo splendido “Kulanjan” con il bluesman Taj Mahal). Ci troviamo alle prese con un lavoro profondamente immerso nei suoni, nei colori e nei profumi di una terra lontana e quindi pregno di uno stile che culturalmente non ci appartiene, esotico e affascinante. Coprodotto da Philippe Telssier du Cros, già collaboratore di altri importanti musicisti del Mali (Boubacar e Rokia Traoré, Super Rail Band de Bamako), “Déli” è concepito come una sorta di jam session. Ballké e il suo gruppo Mandé Tabolo si sono ritirati ad Amiens nello studio di Gil Evans e in un’atmosfera completamente rilassata hanno inciso queste 11 composizioni. Si tratta di brani in massima parte strumentali, in cui strumenti caratteristici come la kora, il n’goni, il bolan e il balafon creano situazioni acustiche che sembrano voler avvicinare Africa e Asia. Un disco, quindi, per chi è disposto a uscire dai canoni musicali occidentali e ad andare alla scoperta di territori diversi.


(Diego Ancordi)

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