Tendiamo spesso a dimenticarci quanto siano bravi e brillanti i Soulwax, ovvero i fratelli David e Stephen Dewaele, originari di Ghent in Belgio. Del resto anche loro non aiutano ad essere ricordati, a causa della loro bassa frequenza produttiva. “All Systems Are Lying” arriva dopo 8 anni del loro disco precedente di canzoni “From Deewee” (che recensimmo qui) che a sua volta era il seguito dopo 10 anni di silenzio da quel “Any Minute Now” del 2004 che riuscì magistralmente a unire l'indie rock con l'elettronica.
Rock elettronico e ironica paranoia
Il percorso è sempre lo stesso, ma ancora più radicale. “All Systems Are Lying” infatti è in tutto e per tutto un disco di canzoni rock ballabili ma realizzato senza chitarre elettriche, bensì solo con synth modulari e tre (3!) batterie.
L'altra grande novità del disco è data dalla presenza della voce di Laima Leyton, che fornisce struttura alle canzoni e contesto ai testi. Quest'ultimi prendono ispirazione dal titolo del disco e contengono un certo scetticismo paranoico verso la tecnologia (“False Economy”) seppur filtrato dall'ironia che contraddistingue da sempre i fratelli Dewaele (che hanno un side project altrettanto famoso da dj chiamato 2ManyDjs). Il disco beneficia anche delle capacità di remixer dei Soulwax per canzoni rock, tra gli ultimi per i Fontaines DC e le Wet Leg.
Le canzoni
Dentro a "All Systems Are Lying" possiamo trovarci il migliore elettro-pop dei New Order con il turbo, ma anche gli LCD Soundsystem e Depeche Mode in pezzi come "Gimme a Reason" e "New Earth Time". In altri invece si sentono le influenze dei Kraftwerk all'interno di un pezzo dalla costruzione tipicamente grunge (“Idiots in love”). “Run Free” invece è un perfetto pezzo da club in cui le melodie pop di ispirazione Yellow Magic Orchestra (“Polaris”) mescolate alle vibrazioni electro-rock più inquietanti che ricordano gli Young Gods (“Run Free”, “Hot like the Sahara”).
Ci sono comunque anche i pezzi più sperimentali e d'avanguardia come “Meanwhile on the Continent” o l'ipnotica e disorientante traccia che dà il titolo all'album e che risente anche di elementi di musica araba.
Insomma, dopo 30 anni di carriera i Soulwax hanno ancora molto da dire.