"Mafia Slime 2" di Papa V e Nerissima Serpe, sulle produzioni di Fritu (qui la nostra intervista ai tre), abile scultore del suono dei due rapper, è un disco allucinato, crudo, ironico, surreale, cinematografico, sboccato, in cui una musica elettronica martellante, a volte oscura, altre più calda, trascina dentro un mondo in cui sentimenti contrastanti e visioni turbanti sono colla che si attacca addosso all’ascoltatore. È un disco dal sapore underground, ma che ha fatto numeri mainstream perché offre un tuffo senza paracadute dentro un oblio.
Droga, sesso, strada, amore, commedia, battute politicamente scorrettissime, nichilismo, fame di vita: tutto viene frullato in una bevanda gelatinosa, come uno slime, per molti comprensibilmente non digeribile. La sua forza generazionale è proprio lì: è un album divisivo dove i “quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo” di Gino Paoli diventano “quattro amici al bar cinese” che prendono a pugni la vita. Dentro “Mafia Slime 2” potrebbero vivere tranquillamente i folli protagonisti di “Trainspotting”. È un progetto rap molto diverso dal primo volume: questo è più strutturato, studiato e vario.
Si passa da episodi come “Tip Tap”, una delle hit dark di questo viaggio senza cinture di sicurezza, a pezzi più sentimentali come “A lei”, che mostrano un altro lato ancora di questi tre artisti. Quello evocato è un universo acido alla Irvine Welsh, popolato in larga parte da “ragazzi senza piani, vivono la vita senza gloria né legami", citando “In hotel”. È un mondo violento, ma anche ironico. A volte reale, altre palesemente esagerato. Ed è qui il lato divertente, quello che ha appassionato tantissimi ragazzi: in un pianeta musicale spesso patinato, educato e pettinato, "Mafia Slime 2" si presenta come un anfibio che schiaccia una ciabatta.