Luché: oltre la paura, con rabbia

“Il mio lato peggiore” è un disco sfacciato, che non rinuncia però a raccontare i vuoti

Recensione del 22 mag 2025 a cura di Claudio Cabona

Voto 7/10

Da una parte ci sono pezzi sprezzanti, cafoni e senza filtri come la title track “Il mio lato peggiore”, che proprio nelle barre iniziali rievoca il dissing con Salmo, “Miami Vice” e “Ilary”, che raccontano la fame, senza fine, di una fast life che brucia ancora sulla pelle. Dall’altra spiccano “Nessuna”, una delle più belle canzoni d’amore scritte da Luché, “Morire vuoto” e il doloroso skit “Lettera alla pistola alla mia tempia” a cui segue “Se non ci fosse la rabbia”, pezzi che indagano come una torcia nel buio. Il sesto album di Luché, come ci ha raccontato in questa lunga intervista, vuole trasmettere energia, forza, voglia di essere scultori del proprio destino, non vittime passive. Non vuole lasciare indifferenti, anche a costo di essere fastidioso nel linguaggio, ambizione più che nobile quando si parla di rap.

È ricco di canzoni per gasarsi, per saltare nei live, intrise di attitudine, sesso e ghigno hip hop. Ma è non solo questo. Il lato più intimo e personale, quello in cui l’artista racconta anche le sue fragilità, è il punto di partenza (si trova in particolare a metà del disco) da cui poi è sorto “Il mio lato peggiore”, ovvero il blocco di canzoni che il rapper definisce “più spregiudicate”. Questa ambivalenza e consequenzialità, che è fotografata anche nella copertina sfocata, che sembra trasmettere una molteplicità di volti e quindi di stati d’animo, è uno dei lati più positivi del disco a cui si aggiunge un gusto per il sound davvero notevole. Un qualche cosa a cui Luché ci ha sempre abituato. L’album, infatti, è prodotto al meglio ed è ricco di idee, di stile: basta schiacciare play su un pezzo dal sapore internazionale come “Incredibile” con Kaash Paige, per rendersene conto. Un brano come “La mia vittoria” con Marracash e Giorgia e “Un milione di mani” con Rose Villain dimostrano come i feat fatti bene, con un senso e una visione, possano accrescere la luce di un progetto.

“Il mio lato peggiore” è un ottovolante: si passa da beat e barre adrenaliniche, maleducate, a riflessioni più profonde, con una bilancia che pende però maggiormente verso il primo lato, come per l’appunto suggerisce il titolo. I difetti stanno nel fatto che poteva essere più asciutto e compatto, alcuni feat non erano necessari e non aggiungono alcunché, uno di questi è quello con Tony Effe in “Punto G”. Inoltre la separazione tra la parte malinconica e quella più furiosa avrebbe potuto essere più netta e chiara, magari dividendo proprio in due l’album, senza alcuni saliscendi emotivi. Detto ciò “Il mio lato peggiore” è un disco rap tout court, non perfetto, ma di alto livello perché ha tutto quello che dovrebbe avere un progetto che punta a lasciare qualche cosa all’ascoltatore, a lasciare un segno, un’impronta

TRACKLIST
1. Il mio lato peggiore con Lele Adani
2. Miami Vice feat Sfera Ebbasta, Simba La Rue
3. Ginevra feat Geolier
4. Un milione di mani feat Rose Villain
5 La mia vittoria feat Giorgia, Marracash
6. Ilary feat Guè, Nerissima Serpe
7. Nessuna
8. Buona fortuna
9. Incredibile feat Kaash Page
10. Red flag feat CoCo
11. Morire vuoto
12. ⁠Lettera alla pistola alla mia tempia (skit)
13. Se non ci fosse la rabbia
14. Autostima
15 Punto g feat Tony Effe
16 Anno Fantastico feat Shiva, Tony Boy
17 XXX
18 Veng a int all’infern feat Ntò

Vai alle recensioni di Rockol

rockol.it

Rockol.com s.r.l. - P.IVA: 12954150152
© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Privacy policy

Rock Online Italia è una testata registrata presso il Tribunale di Milano: Aut. n° 33 del 22 gennaio 1996