Ammetto di essermi sbagliato, almeno in parte. Quando ho ascoltato Timothée Chalamet cantare Bob Dylan per la prima volta, ho pensato all'effetto "Tale e quale show", un'imitazione, un riproduzione troppo pulita e per questo un po' grottesca.
Sono stato tratto in inganno perché una parte delle canzoni di “A Complete Unknown” è stata pubblicata prima dell'uscita del film. La colonna sonora completa è stata pubblicata il 25 dicembre, in contemporanea all'uscita nelle sale americae (da noi è ritardata di un mese: esce giovedì 23 gennaio)
Le canzoni a Hollywood sono sia pezzi del racconto del film sia potenti strumenti di marketing: in questo caso il piano era quello di rendere credibile la performance di Chalamet. Che, lo posso dire dopo avere visto il film in anteprima nei giorni scorsi, è da Oscar: ha mantenuto alcune caratteristiche distintive di Dylan, alcuni dettagli tipici (la voce strasicata, le mani poco curate da chitarrista, la postura un po' incurvata), ma ha creato una sua versione. Una versione non vera, ma verosimile.
Lo stesso si può dire delle canzoni: che sono filogiche nell'impostazione, ma ben eseguite. Per quanto pulite, non sembrano delle cover fatte con l'intelligenza artificiale - e lo stesso vale per le versioni di Edward Norton (Pete Seeger), Monica Barbaro (Joan Baez) e Boyd Holbrook (Johnny Cash). Hanno un senso se (ri)ascoltate dopo avere visto il film.
Alcune scelte rimangono imperdonabili: perché ridurre la versione di “Like A Rolling Stone” a tre minuti e mezzo? Nel film peraltro dura ancora meno, ma qua si poteva rispettare l'originale, la cui forza dirompente stava anche nella sua lunghezza, fuori dalle convenzioni del tempo. Una concessione alle regole attuali delle piattaforme, che non sopportano brani troppo lunghi?
Per il resto, il senso di questa operazione non è solo il marketing, né sottolineare quanto Chalamet sia un grande attore. Il senso di questa operazione è (anche) quello di prendere queste canzoni, alcune delle più grandi che siano mai state scritte, e portarle ad un nuovo pubblico. Il punto importante è che, mi sembra, viene fatto con un'operazione che musicalmente è comunque ben fatta e rispettosa. Se qualcuno scoprirà Dylan attraverso questa colonna sonora, ben venga.
Poi io tornerò subito agli originali e anzi rilancio: consiglio di ascoltare il box "The cutting edge", pubblicato 10 anni fa, dedicato al periodo '65-'66 di Dylan, che si trova per intero sulle piattaforme. Un CD intero è dedicato a "Like a Rolling stone", con tutte le outtake delle sessioni, dalle prime versioni valzer (che peraltro sono citate nel film) alla versione finale, agli stem con gli strumenti separati. Una lezione di storia vera, non solo verosimile.