Fiorella Mannoia non sta zitta davanti a chi non le piace

"Disobbedire" è il nuovo album della interprete romana

Recensione del 29 nov 2024 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7/10

Erano quattro anni che Fiorella Mannoia non pubblicava un album. Era il novembre 2020, si era in piena pandemia quando la musicista romana fece uscire "Padroni di niente", un titolo strettamente legato a quanto (ci) stava accadendo in quel tragico periodo: il constatare amaramente quanto l'uomo che immagina di possedere le chiavi per guidare ogni cosa in realtà sia molto vulnerabile di quanto creda. Quello era un disco riflessivo che rinunciava al lato più fiero, sempre pronto a schierarsi nel commentare e denunciare le ingiustizie presenti nella nostra società, che è uno dei tratti distintivi di molto del canzoniere della Mannoia. Ora, quattro anni più tardi, Fiorella, tagliato il traguardo dei 70 anni, torna con un disco nuovamente 'battagliero', a partire dal suo titolo: "Disobbedire".

L'impegno di Fiorella

E l'impegno umano e civile è presente nel disco sin dalla prima canzone, la latineggiante "Mariposa", da lei presentata alla scorsa edizione del festival di Sanremo, che racconta la storia delle tre sorelle Miraball della Repubblica Domenicana, tre attiviste che si battevano contro il dittatore di turno che le uccise nel 1960. Un episodio tanto sconvolgente nella sua efferatezza che portò alla deposizione del dittatore. Le sorelle furono uccise il 25 novembre ed è in loro ricordo, che in quella data cade la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La canzone che regala il titolo all'album è invece l'invito di Fiorella Mannoia a non svendere la propria dignità, ("Non sono stata mai capace di obbedire a qualche cosa che non sento/stare zitta davanti a chi non mi piace o non manifestare ogni volta il mio dissenso/e lo so me lo impedisce la coscienza e la libertà che ancora grida dentro/perché all'ipocrisia continuo a preferire il diritto di disobbedire"). Per dare maggiore forza e regalare coralità all'inossidabile messaggio e monito di "La storia non si deve ripetere" al fianco di Fiorella si schierano Francesca Michielin e Federica Abbate. In "Dalla parte del torto" a dare il proprio contributo è Piero Pelù, qui c'è da fare una scelta di campo, magari utilizzando qualche slogan: ("Ho capito che non è ciò che fai ma è ciò che sei veramente/che chi semina amore regala futuro al presente in questo mare di contraddizioni/dove alla pace si oppone violenza restare umani è la sola emergenza"). Altra collaborazione è quella con Michele Bravi nella conclusiva "Domani è primavera", mentre "Tutta la differenza del mondo" è l'unico brano che si discosta dal tema dell'impegno – ma forse anche no - parlando apertamente d'amore.

Disobbedire all'ipocrisia

"Disobbedire" è proprio un buon titolo che ti aspetteresti per un disco di Fiorella Mannoia. Ma più importante è che oltre al titolo di buono, anzi buone, nel loro complesso, sono le canzoni che vi sono incluse. Canzoni che non abbassano mai la guardia diffondendo parole e concetti – magari non rinunciando a una certa dose di retorica - che rimandano a dignità, diritti e anche speranza, in un passaggio storico, quello che stiamo vivendo, piuttosto confuso e drammatico in cui è bene non perdere la bussola. Quella che ritroviamo in "Disobbedire" è una Fiorella Mannoia all'altezza del suo talento.

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