Quando si parla di Willie Nelson non si può non premettere l'incontrovertibile fatto che lo scorso aprile ha varcato la soglia della veneranda età di 91 anni. Da allora il leggendario musicista texano (a una certa età e per certi musicisti l'uso dell'aggettivo leggendario non è fuori luogo) ha pubblicato due album. Nel mese di maggio "The border" e, in questi giorni, “Last Leaf on the Tree”, un disco composto essenzialmente da cover – fatto salvo per la malinconica ma speranzosa "Color of sound" scritta da Willie insieme al figlio Micah (qui anche produttore, e vero architetto del disco), unico inedito presente nell'album; e la rilettura di "The ghost", una sua canzone degli anni Sessanta. Willie Nelson lo scorso aprile ha compiuto 91 anni e tira dritto per la sua strada continuando a fare ciò che ha sempre fatto e che sempre farà, perlomeno fino a quando le forze glielo permetteranno: cantare e suonare. Naturalmente Willie è ben conscio che la fine del suo lungo viaggio non potrà tardare molto tempo ancora. E allora gioca a far finta di nulla, scherzandoci sopra, esorcizzando i suoi tanti anni titolando l'album 'L'ultima foglia dell'albero' riprendendo la canzone che Tom Waits incluse nel 2011 in "Bad as me" che qui apre la tracklist. Tom Waits viene omaggiato anche proponendo la intensa e disadorna "House Where Nobody Lives". Waits è l'unico musicista, al pari di Neil Young, di cui vengono interpretati due brani. Dell'amico canadese Nelson recupera due canzoni piuttosto datate: "Are You Ready For The Country?" dal capolavoro del 1972 "Harvest" e, da ancora più lontano, "Broken Arrow" scritta da Young nel 1967, al tempo in cui militava nei Buffalo Springfield.
La grazia
Nel disco Nelson omaggia anche l'arte, tra gli altri, di Beck, Nina Simone, Warren Zevon, Keith Richards, Sunny War e Flaming Lips. Musicisti diversi tra loro, per generazione e genere musicale, che hanno quale tratto comune la qualità dei loro brani. Le canzoni vengono interpretate da Willie nella maniera che più gli si addice, magari togliendo loro qualche tacca di energia e spigolosità, smussandone gli angoli, ma donando in cambio, quel tocco di malinconia legato – e si torna punto e a capo – al suo lungo vissuto ed esplorando nuove profondità facendole diventare in qualche modo sue, senza per questo tradire l'essenza dell'originale.
Per l'eternità
Willie Nelson lo scorso aprile ha compiuto 91 anni e con il suo 76esimo album in studio della sua interminabile carriera (in assoluto pare siano 153 i dischi da lui registrati) ancora una volta è riuscito nell'obiettivo che ogni artista dovrebbe avere: ovvero, suscitare con la sua voce delle emozioni. La vita si compone di cicli diversi tra loro, per il figlio Micah la meta del padre in questa fase della sua esistenza è giungere con quanta più grazia e serenità ad esalare il mortal sospiro. Un passaggio nel testo di "Last leaf" riporta le parole 'I'll be here through eternity'. Ecco, comunque vada, sono sicuro che Willie Nelson sarà con noi per l'eternità.