Paolo Benvegnù: il passato torna come una novità

Esce una versione dal valore aggiunto dell’esordio del cantautore risuonata e cantata con ospiti

Recensione del 13 ott 2024 a cura di Luca Trambusti

Voto 8/10

Nel lontano 2004 Paolo Benvegnù aveva molte ferite interne, molte criticità esistenziali e professionali. Arrivava dal fallimento dell’esperienza Scisma, un fallimento non tanto artistico (anzi tutt’altro) ma da quello dei rapporti, quello dell’umanità. Chiuso quel periodo (per poi riaprirlo e sanare definitivamente il versante umano, chiedendo quasi scusa ai suoi ex compagni) Paolo aveva dentro una grande voglia di raccontare, di analizzarsi, di darsi delle risposte. Allora per un cantautore la soluzione migliore è quella di usare la musica come un elemento lenitivo, catartico. Il risultato di questo lavoro che parte dall’introspezione per poi allargarsi al “noi” fu un disco dal titolo “Piccoli Fragilissimi Film”, un album che non raggiunse il grande successo popolare ma si prese un posto di rilievo nell’ambito del “nuovo” cantautorato e divenne un oggetto di culto.

Vent’anni dopo dall’etichetta di Paolo Benvegnù, la Woodworm, si ricordano della bellezza di quel disco, sorprendendo lo stesso autore, e decidono di celebrare il suo anniversario proponendo al cantautore gardesano di rimettere mano all’album, risuonandolo e dandogli del valore aggiunto chiamando a collaborare una serie di prestigiosi (e per certi versi sorprendenti) colleghi che interpretano con Paolo quella manciata di 11 perle che compongono la versione originale di “Piccoli Fragilissimi Film”.

Ma non chiamateli “featuring” come vuole la moda. Si tratta infatti di interventi “significativi”, che danno del valore aggiunto alle canzoni stesse, non certo un’operazione di facciata pensata come “acchiappa stream”, Paolo non ha bisogno di questo e soprattutto non si sarebbe mai prestato a una tale operazione.

Piccoli Fragilissimi Film- Reloaded” è un nuovo/vecchio disco. Del vecchio conserva tutta la forza poetica ed espressiva dal punto di vista testuale. Di nuovo invece ha degli arrangiamenti moderni, freschi. Non che quelli del 2004 non lo fossero ma anche per differente sviluppo tecnico e soprattutto un differente approccio in studio, ad oggi risultano un po’ “datati” anche se non obsoleti.

Il risultato finale e la presenza degli ospiti aumentano il valore dell’opera, la perfezionano. Soprattutto conservano la forza poetica, che gli ospiti fanno propria con un buon abbinamento canzone/cantante. Perfetta è ad esempio la resa di “Il mare verticale” brano che apre il disco e che qui è una sorpresa nella sorpresa perché nella nuova versione appaiono in contemporanea, ognuno sul suo, Paolo Fresu, che mette una tromba discreta quanto fantastica ed Ermal Meta che interpreta sia tecnicamente che emotivamente in maniera perfetta.

C’è poi “Brucio”: a chi altri se non Motta poteva essere proposta una canzone di questo genere? E su “Fiamme” la voce di Pelù (“sono innamorato di “Litfiba 3” dice Paolo) aumenta la forza del brano, con i suoi arpeggi (che diventano elettronica nel corso della canzone) e la sua intensità. Anche Appino, un altro tassello toscano, su “Only for you”, sposta il baricentro emotivo in un brano nudo, per chitarra acustica arpeggiata. I perugini (concittadini di Paolo) Fast Animals and Slow Kids su “Suggestionabili” camminano sull’asse del rock con Aimone che con la sua voce e le sue doti interpretative entra perfettamente nella potenza della canzone. Perfetta per la sua essenza poetica l’interpretazione di Dente su “Quando passa lei

Non mancano le voci femminili a impreziosire e rendere alto il risultato finale con Veronica (La Rappresentante di Lista) che si lascia andare a un finale recitato su “È solo un sogno”. Tra le “quote rosa” Paolo guarda anche alle nuove leve e affida “Catherine” alla brava Lamante.

Ma in tutto questo Paolo si riduce alla parte compositiva? Sì, quella resta nelle sue mani (soprattutto per i testi) ma partecipa anche alla “sezione” del canto e trovandosi di fronte a quelli che definisce “mostri sacri” si adegua e mette “a regola” il suo modo di cantare, restando più sereno in quello che considera l’aspetto critico del suo essere artista, non essendo più l’unico ad avere in mano lo strumento interpretativo.

Ma “Piccoli Fragilissimi Film- Reloaded” non è solo un tuffo nel passato, aggiunge infatti anche del materiale nuovo: tre inediti in cui appaiono la voce di Giulio Casale (un altro che mischia rock e poesia) su “Preferisci i silenzi“, e quella della sempre eclettica (e convincente) Irene Grandi su “Le gioie minime”. Sono due brani coevi delle composizioni del 2004, scritte da Paolo poco tempo dopo quel disco. Il terzo brano ha invece una storia differente. “Isola Ariosto” è frutto di un lavoro di taglio e cucito delle registrazioni di un giorno di session in studio da parte del gruppo. Da quelle ore di musica è uscito di tutto: dai Popol Vuh al country. È su questa eterogenea base musicale, assemblata da Paolo, che si distende il recitato di Max Collini (Offlaga Disco Pax), una poesia di sua madre che il musicista emiliano recita con grande potenza espressiva.

Piccoli Fragilissimi Film- Reloaded” è un ottimo esempio di come si possa rielaborare un disco già di suo prezioso. È la dimostrazione che il lavoro comune, la cooperazione, quella con le giuste intuizioni e una vera affinità artistica, può dare dei risultati superiori alla somma dei “semplici” addendi.

Tracklist:

1. Il mare verticale feat. Paolo Fresu & Ermal Meta
2. ⁠Cerchi nell’acqua feat. Tosca
3. ⁠Io e te feat. Malika Ayane
4. ⁠Il sentimento delle cose feat. Giovanni Truppi
5. ⁠Fiamme feat. Piero Pelù
6. ⁠Suggestionabili feat Fast Animals and Slow Kids
7. ⁠È solo un sogno feat. La Rappresentante di Lista
8. ⁠Brucio feat. Motta
9. ⁠Only for you feat. Appino
10. ⁠Quando passa lei feat. Dente
11. ⁠Catherine feat. Lamante

Brani inediti:
Preferisci i silenzi feat. Giulio Casale
Le gioie minime feat. Irene Grandi
Isola Ariosto feat. Max Collini

 

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