Benvenuti ancora una volta alla corte di Jack White. E' accaduto che senza alcun preavviso il musicista di Detroit, due anni dopo quel 2022 in cui a distanza di qualche mese pubblicò ben due album, "Fear of the Dawn" e "Entering Heaven Alive", è tornato con un nuovo lavoro solista. Un disco senza titolo, "No name", la cui uscita ha seguito un iter non proprio usuale con una sorprendente mossa degna della fama e della autorevolezza del suo ideatore. L'album, in vinile, è stato infatti distribuito gratuitamente a sorpresa unicamente ai clienti dei negozi della Third Man Records, la sua etichetta discografica, a Detroit, Londra e Nashville. Un disco anonimo con, solitaria, la scritta No Name. Sul lato A le parole Heaven and Hell e su quello B Black and Blue, il titolo di due album di Black Sabbath e Rolling Stones, rispettivamente. Null'altro. La questione chiaramente non si è esaurita in quel modo. La Third Man ha poi chiesto, a quanti in possesso del disco, di caricarlo in rete per condividerlo e diffonderlo quanto possibile con il passaparola. Una sorta di biblico andate e moltiplicatevi.
Third Man Records
Una iniziativa che va a ribadire quanto il rocker statunitense sia un universo a parte nel variegato consesso dell'industria musicale. Ma oltre alla forma e alla modalità di distribuzione del disco più importante è il contenuto di questa nuova prova solista dell'ex White Stripes. I quattordici brani del disco, sette per lato, senza titolo, una ventina di minuti o poco più per facciata, riconducono alle magie e agli esperimenti sonori dell'era White Stripes. A menare le danze è essenzialmente la chitarra di Jack White (senza dimenticare, per comporre la sacra triade, basso e batteria, e spruzzate di tastiere alla bisogna) che maltratta con incredibile dolcezza le fondamenta del rock, mettendo elettricità al blues portandolo ora nelle terre del garage, ora a surfare punk oppure a stringere in un abbraccio l'hard rock. Qua e là inflessioni zeppeliniane, ci si trova qualcosa dei Clash e naturalmente molto altro ancora, ma è esercizio del tutto inutile il voler rimandare ad altro. In realtà l'assalto sonoro di Jack (la chitarra acustica qui non ha cittadinanza) sottolinea l'infinita classe di chi detiene lo scibile di questa materia così nel profondo che può manipolarlo e proporlo a piacimento senza perdere credibilità o correre il rischio del 'già sentito'. Il trucco del mago di Detroit sta proprio nel farti godere e non stancarti con il 'già sentito'. A mio parere l'unico pericolo che si corre nei confronti del talento di Jack White e con la bellezza della sua musica è di porre la nostra asticella personale così in alto da avere eliminato il godimento dello stupore.
Jack White
Per quanto mi riguarda questo è e sarà uno dei migliori (il migliore?) album del 2024. L'energia e il piacere che fuori esce da ogni canzone di "No name" mi hanno portato a dimenticare la morsa del gran caldo di questi ultimi giorni. Una volta di più la visione di insieme di Jack White lo ha portato a viaggiare nel futuro osservando con attenzione il passato.