Il “Paradiso”, ovvero la deluxe de “La Divina Commedia”, uno dei dischi più ascoltati nel 2023 in Italia, è composto da otto tracce che restituiscono un Tedua senz’altro diverso, ma molto più in linea con il suo percorso rispetto a quello che potrebbero pensare i detrattori. Il “Paradiso”, che vive soprattutto grazie alle idee musicali di Dibla e Jiz e non di Chris Nolan, storico produttore del rapper genovese, è un progetto più aperto, lucente e pop. Queste sono le vibrazioni e il sound che Tedua voleva far emergere da questa deluxe, preferendo il cantato al rap, sperimentando e giocando con la voce.
Il pop di Tedua non è un tradimento
Il punto non è essersi tuffato, come fa nella cover del disco realizzata dal fotografo di fama internazionale David LaChapelle, in un mondo più pop, ma è il come lo si fa. Ma su questo ci arriveremo dopo. Bisogna prima fare delle doverose premesse: chi conosce e ha seguito la sua scalata, quella che lo ha portato a diventare uno dei rapper più importanti e credibili del panorama italiano, sa che, oltre al rap, Tedua ha sempre amato le melodie ed è cresciuto con molti artisti di riferimento pop, come ha raccontato anche nella nostra intervista. Non è certo un caso il tributo a “La solitudine” di Laura Pausini in “Parole vuote” con Capo Plaza. Tedua quindi non ha tradito il suo estro artistico, ma anzi, lo ha esaltato e accompagnato.
Una delle ragioni che lo ha spinto verso questa direzione è la dimensione live, su cui, come dimostra il tour de “La Divina Commedia”, è diventato uno dei più forti rapper di nuova generazione: Tedua, nei suoi prossimi live, vuole portare sul palco, oltre a brani più street e rap, anche canzoni, nel vero senso della parola, da cantare con il suo pubblico e interpretare. Per lui “essere un artista migliore”, come si prefiggeva tra il “Purgatorio” e “l’Inferno”, significa anche questo: ampliare il suo repertorio e cimentarsi con nuove strutture sonore e autorali.
Per fare pop di qualità servono idee nuove
Quindi, torniamo al punto: la questione non è abbracciare un mondo più pop, il purismo non è interessante e va lasciato fuori dal ragionamento, ma il come lo si fa, appunto. Il “Paradiso” in primis non ha, sul piano autorale e lirico, il livello espresso da Tedua nei precedenti capitoli. Dante nel suo “Paradiso” ha elevato il linguaggio, lo ha reso più alto, colto e profondo. Tedua, invece, paradossalmente, lo semplifica e a tratti, parlando quasi sempre di amore, lo livella. Non ci sono le vette liriche di pezzi come “Intro”, “Lo-fi for U”, “Bagagli” e “Outro”, per esempio. Inoltre a livello musicale e sonoro, pur essendo molto compatto e coeso, il “Paradiso” non ha veri guizzi.
Per fare un pop di alta qualità bisogna avere idee forti, puntare, se si riesce, su strade nuove e su un sound davvero identitario, non bastano i ritornelloni, l’empatia magica di Angelina Mango sul pezzo di chiusura e le belle voci, tra cui quella dello stesso rapper, cresciuto enormemente sul fronte vocale, va sottolineato, grazie al lavoro intrapreso con Danila Satragno. Un esempio di questa crescita? “Paradiso II” (il primo capitolo è nel disco di Mahmood "Nei letti degli altri"), un bel brano. Dentro la deluxe ci sono anche echi del Tedua di sempre, che gira con le parole come un tornado, “Kill Bill” con l’omaggio a Babaman lo dimostra. “Beatrice” con Annalisa è un pezzo che funziona, un po’ alla Mina e Celentano, con tutte le debite proporzioni, mentre “Jolly Roger” è un’esaltazione della sua ciurma rap, Drilliguria.
Conclusioni
“La Divina Commedia” nel suo complesso, tra “Inferno”, “Purgatorio” e “Paradiso”, è un progetto di livello, da 7 e mezzo pieno, capace davvero di creare il giusto mix tra rap e pop in modo credibile ed efficace. Tedua è cresciuto, maturato, e oggi ha una consapevolezza musicale e una padronanza del suo estro assolutamente non paragonabili a quella di alcuni anni fa. La sua luce l’ha trovata. Non è un caso che sia lassù, tra gli artisti più amati dalle nuove generazioni. Ma sulla deluxe del “Paradiso”, con cui si è voluto togliere un sacrosanto sfizio pop, che nessuno può, proprio per la sua storia, demistificare, però, poteva osare di più.
TRACKLIST
01. Paradiso II
02. Mare Calmo
03. Al Limite feat. Tony Boy
04. Kill Bill
05. Beatrice feat. Annalisa
06. Jolly Roger feat. Izi, Disme, Bresh, Vaz Te
07. Parole Vuote (La Solitudine) feat. Capo Plaza
08. Angelo Custode feat. Angelina Mango