Nostalgia: desiderio per qualcosa di lontano, nello spazio e o nel tempo. Qualcosa che spesso non si è vissuto o visto in prima persona: la retromania, in campo musicale, come nella fortunata definizione del libro di Simon Reynolds.
Siamo già alla nostalgia degli anni zero? A sentire i Been Stellar si direbbe di sì. Band di cui si parla da tempo, arrivano al primo album per la Dirty Hit (etichetta dei 1975, con cui sono passati in tour anche dall'Italia lo scorso marzo), fanno riferimento nell'estetica e nel suono alla rinascita del rock di inizio millennio, quello di Strokes e Interpol per intenderci; citano New York nel titolo, la loro città di adozione dove sono arrivati qualche anno fa dal Michigan alla ricerca di una scena che non esisteva più da tempo, e di cui avevano sentito racconti mitologici. La nostalgia, appunto.
Detto questo, "Scream from New York, NY" è un bel disco e la band funziona, anche se sono meno cool degli Strokes, e meno minacciosi degli Interpol (i cui echi sembrano emegere con prepotenza soprattutto nella title-track, in "Sweet" e in "All in one"). Hanno due grandi pregi e un difetto. Il primo è che sanno far suonare bene le chitarre, riferendosi non solo al rock degli anni zero ma anche a quello degli anni '90 ("Passing Judgment" ha un muro sonoro simile agli Afghan Whigs - sempre siano lodati). Poi - e non è poco sanno scrivere buone canzoni, con buone melodie.
I comunicati stampa parlano di "debutto brutale", ma - è questo è il difetto principale - a "Scream from New York, NY" manca quel senso di urgenza e di intensità che si sente nelle grandi band rock di questi anni, come i Fontaines D.C. e gli Idles. La voce del cantante Ben Slocum, per quanto bella, è fin troppo pulita nel modo in cui costruisce le sue melodie: c'è più romanticismo, come in "Takedown" - una lunga ballata elettrica e nella finale "I have the answer", tra shoegaze e power pop alla Nada Surf (che però sono legati agli anni '90 e molto meno cool di Interpol & co).
Torneranno in Italia in autunno per una data da soli, a Milano a novembre: se piace il genere vanno visti per confermare o ribaltare il risultato, come si dice in una nota trasmissione tv. Intanto questo album piace: non saranno la "next big thing", ma è un buon disco di debutto.