La faccia di Paolo Conte sembra sempre dire esageruma nen. Non esageriamo, dai: un piemontese sempre un po' schivo, un po' indietro. Anche quando sale sul palco del teatro più bello del mondo, rigorosamente riservato a opera, classica e balletti, raramente calcato da musicisti contemporanei, mai da un cantautore. Alla Scala non hanno voluto Bob Dylan, ci è arrivato prima Paolo Conte.
Difficile non esagerare: infatti "Paolo Conte alla Scala" è stato pensato non solo come un concerto, ma come un progetto ben più ampio, con un album e un film, accompagnati da un podcast - che arrivano ora. Un giusto tributo ad una serata storica.
Il film
"Paolo Conte alla Scala" è in sala fino ad oggi, 6 dicembre: prodotto da Sugar Play, distribuito da Medusa e diretto da Giorgio Testi, uno dei migliori registi in circolazione per la musica al cinema e sulle piattaforme (ha lavorato con Afterhours, Calcutta, Bocelli, Blur, Killers e molti altri). La cura delle immagini, delle riprese è notevole, in questo senso. Forse un po' più debole il racconto: la performance è intervallata da qualche dietro le quinte (letterale, quelle del teatro) e da interviste realizzate in altri momenti (le prove, a casa). Il tentativo è quello di raccontare il personaggio, oltre che il concerto. Ma sul personaggio non si può competere con il documentario di Giorgio Verdelli di qualche tempo fa, più completo e ben strutturato. Mentre il concerto è rappresentato benissimo: manca qualche canzone e "Il maestro" (che dà il titolo al progetto") è messa in testa, e non alla fine, come era in scaletta.
Però la clip de "Dal loggione" vale da sola il film: Conte che canta "E lampi qui nel Teatro Comunale, Lampi sulle signore ingioiellate e lampi su legni e trombe lucidate" su un montaggio rallentato di immagini dal foyer che riprendono vip, cantanti, giornalisti e signori e signore in grande spolvero per l'occasione.
L'album
È il terzo album dal vivo di Conte in 5 anni, dopo quello registrato alle Terme di Caracalla per i 50 anni di "Azzurro" (2018) e quello del 2022 alla Venaria Reale. Paolo Conte è andato alla Scala portando il suo spettacolo classico, senza grandi variazioni in scaletta, e questo si riflette ovviamente sull'album e sulla sovrapposizione con le pubblicazioni precedenti: ci sono i classici-classici, c'è qualche aggiunta per l'occasione ("Il maestro" e "Dal loggione" appunto). Nell'album ci sono le due esecuzioni di "Via Con Me" (eseguita una seconda volta come bis, nel senso letterale). Soprattutto c'è una meravigliosa e lunga versione di "Diavolo rosso", che musicalmente fu la cosa più bella del concerto.
L'album è uscito solo in formato fisico, CD e vinile, niente piattaforme: una strategia abbastanza consolidata per artisti di questo calibro e pubblico (Guccini, Vanoni): un modo per dare sostanza ad un evento storico. Lo stesso film si apre con Conte che ragiona sulla palpabilità e impalpabilità dell'arte, mentre le riprese di un drone mostrano Milano e La Scala dall'alto: "Tutte le arti vogliono essere musica".
Speriamo che non si debbano aspettare anni per vedere un altro concerto del genere alla Scala.
TRACKLIST
Disco: 1
1 Aguaplano (Live)
2 Sotto Le Stelle Del Jazz (Live)
3 Come Di (Live)
4 Alle Prese Con Una Verde Milonga (Live)
5 Ratafià (Live)
6 Recitando (Live)
7 Uomo Camion (Live)
8 La Frase (Live)
9 Dal Loggione (Live)
10 Dancing (Live)
Disco: 2
1 Gioco D'Azzardo (Live)
2 Gli Impermeabili (Live)
3 Madeleine (Live)
4 Via Con Me (Live)
5 Max (Live)
6 Diavolo Rosso (Live)
7 Le Chic Et Le Charme (Live)
8 Il Maestro (Live)
9 Via Con Me (Reprise) (Live)