Qualche mese fa, quando è uscita una versione elettronica remixata di "Garcia", qualche deadhead ha gridato allo scandalo: Com'è possibile sentire classici come "Deal", "Bird song", "Sugaree" con beat e cassa dritta? Chi ha osato profanare l primo album solista del leader dei Grateful Dead, 50 anni dopo?
La risposta: LP Giobbi, giovanssima ma con un curriculum di tutto rispetto: figlia di deadhead, formazione da pianista jazz ma convertitasi presto all'elettronica; si esibisce spesso con magliette vintage della band, la cui musica frequenta fin da bambina grazie ai genitori. Ha inciso molti diversi singoli a suo nome di elettronica pura, ma porta in giro uno show denominato Dead House, in cui fa DJ set con edit delle canzoni della band; è stata chiamata da Bob Weir a tenere gli aftershow dei concerti dei Dead & Co, l'ultima incarnazione dei membri superstiti.
LP Giobbi è molto di più di tutto questo, come dimostra il suo disco d'esordio "Light places", recentemente ristampato in versione deluxe. Si chiude con un'outro che cita "Not fade away", classico spesso nella scaletta dei Dead a rimarcare le origini, così come la copertina psichedelica. Ma il disco è interessante di per sé: elettronica molto classica, ben eseguita, con buone canzoni fatte di beat, voci e il suo piano.
Il risultato non è lontano da certe cose di Fred Again.., dall'altra parte dell'oceano: elettronica emotiva, come "If love is a skill" con Sofi Tukker (il duo ha fatto da mentore alla producer), o "All I need" che usa una voce soul campionata su piano e beat, in maniera non lontana da Moby. Tutto molto pulito e piacoveole, se vi piace il genere.
Interessante la parte extra, che comprende una serie di "club edit" dei brani suonati durante i DJ set, un paio di versioni acustiche e una bella collaborazione con i Goose, che rileggono a modo loro "All I want". Se volete approfondire, poi trovate sulle piattaforme DJ mix e su YouTube una registraizoni di un set Dead House: è ormai più che un astro nascente della scena, tanto da essersi esibita nei principali festival ed essersi meritata una copertina di DJmag ,questa estate.
Nulla di sconvolgente, va ripetuto: siamo lontani da proposte d'avanguardia; siamo piuttoso nel campo di un'elettronica tutto sommato mainstream, che però nasce da un curioso incrocio tra mondi apparentemente molto diversi. Un album che si fa ascoltare, con alcune idee originali, per un'artista che è già una buona realtà.