Sono in giro da parecchio tempo i Nickel Creek. Il prossimo anno tagliano infatti le trentacinque primavere di onorata carriera con tanto di riconoscimenti, su tutti alcuni Grammys. La loro è una storia musicale che ha casa nel sud della California. Sono in tre: Chris Thile al mandolino, più i fratelli Watkins: Sara al violino e Sean alla chitarra. Benemeriti del bluegrass e delle sonorità acustiche, a un certo punto del loro percorso artistico hanno inserito nelle composizioni delle striature indie folk rock contravvenendo in parte alle linee guida del genere, contribuendo però a modernizzarlo oppure a imbastardirlo, a seconda del punto di vista dato dalla rigidità o meno dell'osservatore. O, più semplicemente, così facendo, il terzetto ha provato ad allargare il bacino del loro pubblico sperimentando nuove soluzioni musicali.
Dopo la pausa viene il sereno
La loro storia è lunga, ma non è stata scevra di momenti di crisi e ripensamenti. Nel 2007, per esempio, decisero di prendersi una pausa, per evitare di implodere e perdersi per sempre. I tre si sono quindi dedicati a progetti paralleli se non alla carriera solista. Quando si poteva pensare che l'esperienza Nickel Creek fosse adagiata in soffitta sepolta sotto due dita di polvere ecco che giunge "Celebrants", il settimo album del trio statunitense ed è un album importante poiché arriva a nove anni dal precedente "A dotted line" che, a sua volta, giungeva a nove anni da "Why Should the Fire Die?". Insomma, non si può certo dire che i Nickel Creek inflazionino il mercato con le loro canzoni. Per realizzare "Celebrants" hanno coinvolto al basso Mike Elizondo, musicista e produttore che vanta collaborazioni alte nell'universo hip hop: Eminem, Dr. Dre, Jay-Z, 50 Cent, Snoop Dogg e via rappando.
Dissonanza e cooperazione
Se in qualcuno è scattato il campanello d'allarme si rassicuri, la presenza di Elizondo non ha deviato le sonorità dei Nickel Creek verso nuovi e inesplorati lidi, di tracce devote all'hip hop in "Celebrants" non c'è presenza. Se una similitudine può essere trovata con quel mondo è da ricercare nel numero di brani di cui si compone la fluviale tracklist. Ben 18 brani e alcuni di questi francamente paiono risultare di troppo. Credo sia sempre un azzardo per un disco avere una scaletta molto numerosa, tranne alcune eccezioni l'economia dell'album va a soffrirne. Questo a mio parere è l'unico neo di "Celebrants". Un neo che diventa del tutto trascurabile se messo a paragone con la piacevolezza dell'impasto vocale e dell'indubbio talento musicale del gruppo che in più di un frangente porta a galla prepotente nell'ascoltatore l'emozione. La band a proposito del disco ha dichiarato che riguarda la ricerca dell'armonia tra gli esseri umani e che questa può essere realizzata solo attraverso la dissonanza da cui spesso si fugge. Un concetto che attiene in primis a loro, alla reciproca accettazione. Dissonanza e cooperazione sono le pietre angolari del nuovo album dei Nickel Creek. Di sicuro Sara, Sean e Chris hanno riscoperto il piacere di suonare insieme, "Celebrants" ne è la lampante dimostrazione.