Fino al 29 dicembre, ripubblichiamo le recensioni dei dischi candidati ai Rockol Awards 2022 nella categoria "Miglior album italiano": è possibile votare qua.
Qua invece le candidature per i migliori live.
Diciamolo subito: il titolo di questa recensione è provocatorio. Lo è nei confronti di chi ha sempre considerato Lazza uno spocchioso capace di rappare solo affrontando argomenti materialistici e frivoli. Una fotografia non veritiera e superficiale. “Sirio” è forse la risposta più sincera e diretta. Certo, il rapper milanese mantiene intatta, in molti frangenti, la sua anima tamarra, ma in questo terzo capitolo della sua carriera si apre di più e racconta anche lati più personali e profondi. È un disco, come ha raccontato nella nostra intervista, che arriva da un periodo buio e per questo ha atmosfere più malinconiche. È l’album forse più maturo del suo percorso in cui non tradisce le radici rap, ma dove anche sperimenta e gioca con i suoni come non mai. Una delle pecche di “Sirio” è l’uso, in alcune parti, massiccio e non motivato dell’autotune, che omologa la struttura di alcuni pezzi.
Tory Lanez e French Montana
Il singolo di accompagnamento all’uscita del progetto è stato “Ouv3rture”, brano in cui il rapper si diverte a incastrare le rime, inseguendo come in una lotta tra le parti, la melodia del pianoforte (strumento ricorrente nella sua discografia: Lazza lo ha studiato ed è un pianista), per poi esplodere nel ritornello che lo vede cavalcare la base a firma di Low Kidd. Il secondo biglietto da visita è stato “Molotov” in cui si sentono melodie pop alla The Weeknd che accompagnano il racconto di una storia incandescente in movimento su un colorato tappeto di synth e drum machine.
Sotto la direzione di Low Kidd e Drillionaire, “Sirio” oscilla fra collaborazioni nazionali e internazionali di livello che Lazza ha scelto per valorizzare al massimo i suoi brani: Sfera Ebbasta si alterna al rapper in “Piove”, molto orientata alla dimensione da club; Noyz Narcos è il compagno truce perfetto per infilare una serie di rime crude in “Topboy”; Geolier colora con il suo tocco “Nessuno”; Tory Lanez, rapper canadese dallo stile spiazzante, raggiunge Lazza in “Bugia”, mentre in “Puto” la star mondiale French Montana si alterna con Lazza alle barre. Spazio anche a brani come “Alibi”, un’immersione in uno stile consolidato con un beat melodico e aperto, e “Sogni d’oro”, la faccia più oscura del progetto.
Nuove soluzioni vocali
Un altro brano particolare, che svetta nel mucchio e che si candida a essere uno dei migliori, è “Panico”: con una produzione che porta la firma del duo Takagi e Ketra, il pezzo è ricco di dettagli sonori che valorizzano Lazza dal punto di vista della scrittura spingendolo verso soluzioni vocali non scontate. Un altro brano importante è “Nulla Di”: un’intro intima al pianoforte apre il pezzo in cui il ritornello si ripete quasi come una ninna nanna ritmata. E come il canto culla e tiene al sicuro chi lo ascolta, anche il successo per Lazza sembra essere un sollievo nei momenti di difficoltà. “Replay” chiude il cerchio, è la traccia più personale del disco e ci consegna il rapper, un’altra volta, nella sua veste più consapevole, riflettendo a pieno il suo percorso di crescita senza rinnegare mai la sua natura.