Quando ci troviamo di fronte a un nuovo talento, generalmente si fa riferimento al genere che propone, agli arrangiamenti, ai testi o alle ispirazioni rispetto al passato. Sempre più raramente si fa riferimento alla voce, o meglio, al timbro. Invece per l'esordio di Laufey - classe 1999, cresciuta tra Reykjavík e Washington DC con genitori islandesi e cinesi - non possiamo non partire da questo elemento.
La voce di Laufey, appunto.
Il registro vocale di Laufey (Laufey Lín Jónsdóttir il suo nome all'anagrafe) è quello che spicca subito dal primo ascolto: la sua voce è profonda e corposa, veicolo perfetto per comunicare la sincerità a cuore aperto di queste canzoni, il timbro è arioso, fumoso come una cantante cool jazz degli anni '50, ma al tempo stesso caldo, pastoso e rotondo. Un impasto di sabbia e miele con un'allure retrò data sia dalla delicatezza romantica dei testi siada quel leggero vibrato messo in fondo alle frasi, come se sfumassero, proprio come facevano le cantanti anni 40.
Tutto questo fa di Laufey un curioso mix tra le voci del passato come June Christy e Phoebe Snow, ma anche una giovane Tracey Thorn e Natalie Mering (Weyes Blood).
Jazz romantico delle piccole cose
Ma la voce non basta, ci vogliono anche le canzoni. E “Everything I know about love” è composto da 13 pezzi di ottima fattura, tra jazz e bossanova, armonie vellutate e ricche orchestrazioni di archi. Apparentemente in contrasto con gli arrangiamenti orchestrali si susseguono una serie di fugaci instantanee sulle piccole cose – il bagliore di una candela, il burro sul toast, la forma di un albero che si staglia verso il cielo – e racconti di educazione e delusione sentimentale: il tutto, nel suo essere sulla carta apparentemente fuori luogo, è invece radicato in una sua onestà tutta contemporanea.
Le canzoni del disco
Ogni canzone è una piccola perla ispirata agli standard jazz e alla voce di Ella Fitzgerald e Chet Baker: "Dance with You Tonight" riecheggia "Dream a Little Dream of Me”, “Falling Behind” e “Fragile” ci ricordano le collaborazioni della Thorn nel primo disco degli Everything But the Girl o nella collaborazione con gli degli Style Council, c'è poi la romanticheria da film anni 50 di “I've neve been in love before”, l'allegria pop di “Above the Chinese Restaurant” e la citazione di “Bennie and the Jets” di Elton John nella title track.
Sopra Laufey racconta le sue storie di vulnerabilità e insicurezze, le nostalgie di un passato recente e le paure del futuro, come nelle canzoni di Billie Eilish, ma con una voce e un talento strabiliante e senza tempo. Ne sentiremo parlare ancora.