Gli Hurray for the Riff Raff sono sulla breccia da una quindicina di anni e ruotano attorno alla figura dell'unico membro fisso del gruppo, ovvero la musicista newyorkese di origini portoricane Alynda Segarra. Una musicista, ora 34enne, che ha iniziato a girare per l'America senza fissa dimora molto giovane, con l'unico scopo di suonare, vivere in libertà e conoscere le cose del mondo. Alle fine degli anni Zero, di questo progetto, escono un paio di album autoprodotti, prima di pubblicare, nel 2011, il primo omonimo disco. Il quinto album, "Small Town Heroes", uscito nel 2014, è quello della svolta. E' quello che mette gli Hurray for the Riff Raff sulla cartina geografica della musica facendo capolino per la prima volta nelle classifiche di vendita statunitensi. Certo le posizioni sono quelle di retrovia, ma, come si dice in questi casi, l'importante è esserci ed essere ascoltati. Alynda ottiene il pollice alto dalla critica musicale che vede in lei, anche per la sua storia personale, una sorta di Woody Guthrie del terzo millennio. La gente che vive nella parte bassa della scala sociale e come politica ed economia con le loro spietate leggi quasi sempre alimentino le diseguaglianze tra gli uomini è il tema centrale, non poteva essere altrimenti, nel successivo "The Navigator" del 2017, che conferma i buoni favori della critica e consolida la bontà della proposta di Alynda e dei suoi collaboratori presso un pubblico ora fedele.
Sono tempi duri per l'essere umano
Sono trascorsi cinque anni e gli Hurray for the Riff Raff tornano con "Life on Earth". I temi di Alynda si fanno universali, l'uomo si deve misurare con le sfide cui è chiamato a fronteggiare: si richiede uno sforzo suppletivo, ne va della nostra sopravvivenza, è tempo di riflettere e ripensare molti degli schemi che ci hanno guidato sino ad ora: a partire dal nostro rapporto con la natura. L'evoluzione della ricerca personale di Alynda è cresciuta di pari passo con quella musicale. Se il gruppo poteva sino ad oggi essere archiviato sotto la voce Americana - sonorità country rock, ora imparentate con il folk ora con il rock'n'roll -, "Life on Earth" porta il gruppo in terreni fino ad oggi poco esplorati non disdegnando l'utilizzo dell'elettronica. La title track è una preghiera in punta di pianoforte. "Rhododendron", il singolo forte dell'album ha le sonorità più classiche e tradizionali del mazzo e alla sua stesura ha partecipato Jim James dei My Morning Jacket. "nightqueen" si avvale della voce dello scrittore vietnamita Ocean Vuong. "Precious Cargo" racconta il dramma di chi emigra ed è parlata in molte sue parti. In chiusura "KiN" con rintocchi di campana e il cinguettio degli uccellini vuole sottolineare che la speranza è l'ultima a morire e, forse, l'uomo possiede ancora la capacità di dare fondo al suo istinto di sopravvivenza e di ricongiungersi con il pianeta.
Nature punk
E' un bel disco "Life on Earth", Alynda Segarra ha la non comune bravura di riuscire a proporci la sua condivisibile visione del mondo utilizzando una veste sonora che non perde di vista la melodia e che permette quindi di scivolare di traccia in traccia con estremo piacere. Per dirla con le sue parole è solo 'nature punk', ma mi piace.