Dopo che migliaia di persone le hanno reso l'ultimo omaggio sfilando, tra la giornata di ieri e questa mattina, davanti alla sua salma al Piccolo Teatro di Milano, questo pomeriggio alle ore 15.00 nella chiesa di San Marco a Milano saranno celebrati i funerali di Ornella Vanoni scomparsa lo scorso venerdì all'età di 91 anni.
Sulla scomparsa della cantante milanese Quotidiano Nazionale ha riportato il ricordo di Mario Lavezzi, suo amico e collaboratore da molti anni. Questo, a seguire, quanto raccontato dal 77enne musicista milanese, partendo dal terribile momento in cui è venuto a conoscenza della scomparsa di Ornella.
Chi l’ha avvertita?
“L’avvocato Annamaria Bernardini de Pace. Amica di entrambi. Circostanza abbastanza incredibile, visto che fu proprio lei a farci conoscere nel ‘90. Mi chiamò dicendo che bisognava dare una mano ad Ornella e io le risposi di avere da parte un potenziale successo, scritto con Mogol. Si trattava di ‘Insieme a te’, canzone che avevo già cercato di proporle un paio di anni prima, ma inutilmente. Alla fine, l’incidemmo assieme con un nuovo arrangiamento e sappiamo poi come andò”.
Da lì l’inizio della vostra collaborazione.
“L’avvio di un’intesa andata avanti per undici album. Il 27 novembre avremmo dovuto realizzare qui a Milano un nuovo duetto Vanoni-Paoli, nello stesso studio dove a giugno-luglio con Ornella avevamo registrato una cover della ‘Vivere’ di Vasco Rossi che, a questo punto, spero esca quanto prima. Perché è straordinaria, da pelle d’oca”.
Da parte ci sono altri nuovi brani?
“Non credo. Già la riedizione dell’album ‘Sheherazade’ uscita per il trentennale, però, conteneva l’inedito ‘Bello amore’ (tenuto fuori dall’album con l’intenzione di presentarlo a Sanremo ‘96, ma poi squalificato per essere stato eseguito prima in un programma di Radio Rai con altro testo – ndr)”.
Cosa c’era dietro quella personalità dirompente?
“Una grande intelligenza e un amore per il contraddittorio abbastanza difficile da riscontrare oggi in un mondo artistico popolato di yes-men. E poi Ornella era meticolosissima, capace di provinare un pezzo anche 30-40 volte prima di arrivare alla versione definitiva”.
Decideva lei?
“Sì. A Pisa, durante le registrazioni di ‘Sheherazade’, ricevemmo da Maurizio Fabrizio il provino de ‘I migliori anni della nostra vita’, ma per una singolare congiunzione astrale il pezzo non le piacque e disse no. Non fu la sola, a quanto mi risulta, visto che prima di rivolgersi a noi Fabrizio l’aveva proposto a Giorgia”.
Renato Zero ringrazia.
“Nella musica le cose vanno così. Pure io proposi ‘Vita’ a Fiorella Mannoia e a Mina senza risultato. Col senno di poi dovrei dire grazie ad entrambe, visto il successo incontrato successivamente nella versione di Dalla e Morandi”.
Progetti?
“Avrebbe voluto realizzare un docufilm tutto suo ed era già andata a Roma per parlarne con la produzione. Fra non molto arriverà, invece, quello realizzato l’anno scorso tra Milano e Roma in occasione dei concerti al Teatro degli Arcimboldi e alle Terme di Caracalla con ospiti Gigi D’Alessio, Malika Ayane, Mahmood, Elisa, Fiorella Mannoia ed altri ancora. Ho già ottimizzato l’audio”.