Roger Waters attacca Thom Yorke: "È un ometto timido"

L'ex Pink Floyd è tornato ad esprimere la sua risaputa antipatia per il frontman dei Radiohead

L'ex Pink Floyd Roger Waters è tornato ad esprimere la propria antipatia per il frontman dei Radiohead Thom Yorke definendolo, durante un'intervista al Katie Halper Show, un "ometto timido".

Roger Waters in passato aveva già criticato Yorke e la sua band. Lo scorso dicembre li aveva attaccati duramente per la loro posizione sulla questione Israelo-palestinese. Waters è un acceso sostenitore del movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) dal 2011 e nel 2017 aveva aspramente contestato la decisione dei Radiohead di suonare a Tel Aviv.

Il frontman dei Radiohead gli aveva risposto affermando: "Suonare in un Paese non equivale a sostenere il suo governo. Non sosteniamo Netanyahu più di quanto sosteniamo Trump".

Ora chiestogli dalla Helper un'opinione su Yorke l'82enne musicista britannico ha dichiarato: "È un ometto timido. Penso che sia una compagnia sgradevole. Gli ho scritto molte lettere". L'intervistatrice ha replicato se Yorke gli avesse mai risposto: "Sì, l'ha fatto. Ha risposto. Ho tutto in testa. Era molto, molto sarcastico e cercava di essere divertente".

Lo scorso 30 maggio Thom Yorke ha pubblicato un messaggio sui suoi canali social in cui spiegava la sua posizione sul conflitto tra Israele e Palestina dopo essersi scontrato con un manifestante durante un concerto solista e avere abbandonato il palco quando una persona tra il pubblico ha interrotto la sua esibizione.

Questo quanto scritto da Yorke: "L'anno scorso un tizio mi ha urlato contro dal buio mentre stavo prendendo la chitarra per cantare l'ultima canzone da solo davanti a 9000 persone a Melbourne, non mi è sembrato il momento migliore per discutere della catastrofe umanitaria in corso a Gaza. In seguito sono rimasto scioccato dal fatto che il mio presunto silenzio fosse in qualche modo interpretato come complicità, ho faticato a trovare un modo adeguato per rispondere a questa situazione e proseguire con il resto del tour. Quel silenzio, il mio tentativo di mostrare rispetto per tutti coloro che soffrono e per coloro che sono morti, e di non banalizzare la cosa in poche parole, ha permesso ad altri gruppi opportunisti di usare l'intimidazione e la diffamazione per riempire i vuoti, e mi pento di aver dato loro questa possibilità. Questo ha avuto un pesante impatto sulla mia salute mentale". E ha continuato dicendo: "non potrei mai sostenere alcuna forma di estremismo o disumanizzazione degli altri".

Ha affermato che Netanyahu è "totalmente fuori controllo" e che "la comunità internazionale dovrebbe esercitare tutta la pressione possibile affinché cessi", sostenendo comunque che "l'incondizionato ritornello "Palestina libera" che ci circonda non risponde alla semplice domanda: perché gli ostaggi non sono ancora stati tutti restituiti? Per quale possibile ragione?".

 

 

 

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