Buzzcocks: "Volevamo creare qualcosa che provocasse le persone"

Storia di una band che diede il via al movimento punk britannico degli anni Settanta

Sabato 4 ottobre i Buzzcocks si esibiranno, nella unica data italiana del loro tour europeo, alla Casa del Popolo di Grassina, in provincia di Firenze. La band inglese si sarebbe dovuta esibire al Viper Theatre di Firenze, ma lo scorso agosto è stato devastato da un incendio, si è quindi reso necessario un cambio di location. Fortunatamente il concerto non è stato annullato, ma la domanda rimane sospesa: ma chi sono (per chi non li conoscesse) i Buzzcocks?

A metà anni Settanta tale Howard Trafford, allora studente all'Università di Bolton, pubblicò il più classico degli annunci per mettere insieme una band: il requisito richiesto da Howard era che condividessero con lui la passione per la canzone dei Velvet Underground "Sister Ray". A rispondere all'appello fu Pete Shelley. Quanto al nome della band è lo stesso Shelley a raccontare come saltò fuori. Nel febbraio del 1976, Shelley e Trafford – che aveva assunto il nome d'arte Howard Devoto - lessero un articolo su una band chiamata Sex Pistols che aveva appena suonato a Londra. "Fu la consapevolezza che qualcun altro stava facendo quello che già volevamo fare", spiegò Shelley alla Reuters. I due, in auto, guidarono da Manchester fino a Londra per cercare i Sex Pistols. Continua il racconto Shelley: "Comprammo una copia di Time Out, che non li menzionava. Ma sulla rivista c'era un'anteprima di una serie TV chiamata Rock Follies. Il titolo era: 'It's the buzz, cock'. Ed è così che ci siamo inventati il nome."

Eh sì, in quel 1976, in Gran Bretagna, soffiava forte il vento del punk e i Buzzcocks furono parte attiva di quella scena. A quei tempi le cose accadevano molto velocemente. Debuttarono in pieno stile punk con il singolo, "Orgasm Addict", canzone che parla di masturbazione, e che venne immediatamente censurata dalla BBC per i suoi testi a sfondo sessuale: "You still keep beating your meat to pulp".

 

Nel gennaio del 1977 la band, che era completata da Steve Diggle al basso e John Maher alla batteria, pubblicò l'EP autoprodotto "Spiral scratch". Quel disco era composto da quattro canzoni, tra queste "Boredom", Pete Shelley ha detto in proposito: "Volevamo svegliare la gente. Volevamo creare qualcosa che provocasse le persone, che le scioccasse, quasi come nel Buddismo Zen, dove vengono a colpirti con un bastone. Pensi: 'No, no, non può essere'. Poi all'improvviso vedi ogni possibilità."

 

 

Boredom, noia. E fu proprio la noia a fare sì che il frontman e fondatore del gruppo Howard Devoto lasciasse i compagni dichiarando di annoiarsi facilmente ed aggiungendo che il punk rock era già diventato restrittivo e stereotipato. Shelley non si perse certo d'animo: entrò in formazione Steve Garvey al basso, Diggle imbracciò la chitarra e lui si fece carico dell'onere di cantare. Nel 1978 i Buzzcocks pubblicarono non uno, bensì due album: prima "Another music in a different kitchen" e poi "Love bites"

 

Questi due dischi sono i migliori del gruppo inglese "I don't mind", "What Do I Get?" (uscito come singolo) e "Ever Fallen In Love (With Someone You Shouldn't've)" sono tra il meglio da loro pubblicato. Il terzo album "A different kind of tension" del 1979 non fu all'altezza dei precedenti e nel 1981 la band si sciolse a causa di disaccordi con l'etichetta discografica. Trascorsi gli anni Ottanta, agli inizi degli anni Novanta la band si riunì con i soli Shelley e Diggle del nucleo storico. Nel 1993, a distanza di 14 anni dal precedente, raggiunse il mercato il loro quarto album intitolato "Trade test transmissions". Nel frattempo intorno a loro tutto era mutato: quando lasciarono erano etichettati come punk, senza saperlo ora la loro vecchia musica era chiamata pop punk. All'album "Trade test transmissions" seguirono altri cinque dischi. Poi, nel 2018, un infarto si portò via Pete Shelley. Steve Diggle resse l'urto e, ormai unico membro originale della band, proseguì sulla strada dei Buzzcocks pubblicando, nel 2022, un altro album, "Sonics in the soul", ad oggi l'ultimo di una saga che, anni Ottanta a parte, il prossimo anno taglierà il traguardo dei 50 anni.

L'attuale formazione dei Buzzcocks è composta da Steve Diggle (chitarra e voce), Danny Farrant (batteria), Chris Remington (basso) e Mani Perazzoli (chitarra e voce). Saranno loro a salire sul palco della Casa del Popolo di Grassina il prossimo 4 ottobre.

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