Righeira, "L'estate sta finendo" 40 anni dopo: a Sanremo 2025

Intervista video a Johnson Righeira, che ha duettato con i Coma_Cose

La serata delle cover e dei duetti di Sanremo 2025 ha riportato sul palco dell'Ariston Johnson Righeira per cantare il classico dei Righeira "L'estate sta finendo" con i Coma_Cose, a 40 anni dall'uscita della canzone e a 39 dall'unica partecipazione al Festival con "Innamoratissimo".
"Sono felice di questa cover. Sento molti punti di vicinanza tra i Righeira e i Coma_Cose", racconta il musicista, all'anagrafe Stefano Righi, fondatore dei Righeira con con Michael Righeira, pseudonimo di Stefano Rota. Ospite della Rockol Lounge, presso la sede del Club Tenco, aggiunge: "Loro cercano di fare un pop moderno come abbiamo sempre cercato di fare noi".

Rockol: Come è nato questo ritorno a Sanremo con queste duetto con i Coma_Cose?
Johnson Righeira: Volevo celebrare i 40 anni della canzone e la voce è arrivata ai Coma_Cose che hanno subito, entusiasticamente aderito, hanno colto subito l'idea. Sono molto felice perché sento molti punti di vicinanza con i Coma_Cose, proprio concettualmente, tra il tipo di musica che hanno fatto i Righeira e quella che fanno loro adesso, seppur con una dovuta distanza temporale. Loro cercano di fare un pop moderno come abbiamo sempre cercato di fare noi.

Rockol: Il verso “Sanremo sta finendo” che avete aggiunto restituisce un po' la malinconia della fine di questa settimana?
Righeira: Quella è stata un'idea loro, mi è piaciuta subito, infatti mi sono detto: “Perché non ci ho pensato io!?”. (qui il video dell'esibizione a Sanremo 2025).

 

Rockol: L’arrangiamento unisce le due anime di “L'estate sta finendo”, quella malinconica e quella da ballare
Righeira: Sì, erano le due versioni sui due lati del 45 giri. Noi avevamo mandato la versione lenta, perché è un po' meno conosciuta di quella classica. Enrico Melozzi ha fuso insieme le due versioni, così come normalmente faccio io dal vivo con quelle due originali. Chiaramente, le ha condensate ed è venuta fuori questa versione con l’orchestrazione. Tra l'altro con un cambio di tonalità che non si percepisce praticamente, perché California è una donna, quindi per rendere meglio doveva farla un tono sopra. Io la faccio ancora in tonalità originale, che è abbastanza altina, e la faccio ancora agevolmente. Ma un tono su, non ce l'avrei fatta. Per cui lei parte con la sua tonalità, poi c'è questo artificio orchestrale che sembra che la faccia alzare, ma in realtà si abbassa di un tono.

Rockol: L’altra cosa bella era il monoocchiale da sole, che hai indossata. Da dove arrivava?
Righeira: Arriva da qualche sito cinese!

Rockol: Quarant’anni di “L'estate sta finendo”. Sono anche quasi quarant’anni dalla vostra partecipazione a Sanremo.
Righeira: Si, l’anno prossimo saranno quarant’anni. Ci vollero a tutti i costi a Sanremo proprio grazie al successo di “L'estate sta finendo”.

Rockol: Cosa ti ricordi della tua partecipazione in gara a Sanremo?
Righeira: Erano altri tempi. Mi ricordo che era un delirio, che ho avuto modo di toccare di nuovo con mano questa occasione con i Coma_Cose, seppur in versione ridotta. Un ricordo bello nitido che ho è la fine del Festival. C’erano 18 partecipanti, noi arrivammo quindicesimi e Mango arrivò quattordicesimo. Alla fine eravamo tutti sul palco e lui era di fianco a me. Mi ricordo che, siccome quell'anno si votava con le schedine Totip, gli dissi che il distacco tra noi, tra il quattordicesimo lui e i quindicesimi noi, era di poco, forse di una decina di voti. Quindi gli dissi anche che, a saperlo, avrei comprato un po’ di schedine. E lui disse: “Infatti io l’ho fatto!”.

Rockol: Che periodo è stato quello per voi? Cosa ti ricordi di quel periodo? Nel libro “Oh, oh, oh, oh, oh. I Righeira, la playa e l'estate 1983” di Fabio De Luca la vostra storia sembra quasi un romanzo.
Righeira: Magari prima o poi faccio anche una serie televisiva, una fiction. Sarei molto curioso di vedere chi interpreterà la mia parte e potrei dargli sicuramente molti consigli.
Detto questo, Sanremo fu forse l'estremizzazione di quello che noi eravamo diventati. Ormai ci avevano bollato come fabbricatori di hit. Noi non potevamo fare un disco normale: se non era una hit, niente. Per Sanremo arrivammo con fatica a finire il pezzo, anche con aiuti esterni, perché non eravamo abituati ad avere pressione. Scrivevamo le cose quando ci venivano, non a comando. Ed è stato per certi versi proprio un po' il momento che ha segnato la fine di un certo periodo. “Innamoratissimo” fu comunque un successo, ma poi dopo abbiamo sentito il peso di questa responsabilità, perché è stato difficile dopo riuscire a fare delle cose. Infatti le cose dopo sono decisamente andate via via meno bene.
Abbiamo vissuto comunque tre anni veramente incredibili. Faccio fatica ad avere grandi ricordi perché è accaduto tutto in modo talmente repentino e vorticoso... Non c'era neanche il tempo di fermarsi a pensare e a capire quello che stava accadendo. Poi dopo aver registrato “Vamos a la playa”, noi partimmo per il militare - io subito dopo e Michael dopo due o tre mesi. Quando finimmo il militare trovammo una vita che per noi era completamente cambiata, senza percepire gradualmente il cambiamento che stava avvenendo. Per cui fu una cosa sicuramente molto strana.

Rockol: Pensi che i Righeira, che univano pop e riflessioni malinconiche. siano stati capiti?
Righeira: Sicuramente il grande successo commerciale e popolare all'epoca ha fatto passare in secondo piano ogni altra cosa. Io ho sempre detto, forse immodestamente, ma non credo neanche più di tanto, che noi eravamo avanti. Fatto sta che un certo dibattito sul testo di “Vamos a la playa” è cominciato circa 30 anni dopo.Non che “Vamos a la playa” volesse essere chissà che. Ma neanche “Cuoricini” dei Coma_Cosa credo voglia essere chissà che. È una riflessione. “Vamos a la playa”, in modo inconsapevole, inconscio, sicuramente era figlia del periodo di tensione nucleare a livello mondiale tra Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Io non ricordo di essere stato ispirato da quello, ma indubbiamente col senno di poi quello mi ha influenzato molto. L'idea era comunque quella che se scoppierà la bomba, chi se ne frega, andremo in spiaggia lo stesso.

Le videointerviste di Rockol sono realizzate al Club Tenco, in collaborazione con Evolution ed SCF.

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