Registrato tra maggio e giugno 1995 (con aggiunte nel 2010 e durante le sessioni di “Western Stars”), “Somewhere North of Nashville” è un "Lost album" che nasce in parallelo a “The Ghost of Tom Joad”, ma prende una strada tutta sua. Accantonato all’epoca perché giudicato meno coerente del progetto “ufficiale”, oggi rivela un lato diverso e sorprendentemente leggero di Bruce Springsteen. Un disco country, divertente e disimpegnato, inciso per “alleggerire le sessioni di Tom Joad” – come spiega lo stesso Springsteen – e che, proprio per questa sua natura anomala, rappresenta una delle deviazioni più affascinanti dei “Lost Albums”.
La storia
Nel 1995 Bruce Springsteen è nel mezzo di una nuova fase artistica. Dopo aver registrato le "Streets of Philadelphia Sessions£ e aver riunito brevemente la E Street Band per il "Greatest Hits", sceglie la solitudine della sua casa a Beverly Hills per lavorare a nuovi brani. Una parte prende la forma riflessiva, intensa e acustica di "The Ghost of Tom Joad", mentre un’altra serie di canzoni segue un percorso completamente diverso: Springsteen mette insieme una nuova formazione – con membri storici della band come Danny Federici e Garry Tallent, musicisti in transito come Gary Mallaber, nuovi collaboratori come Soozie Tyrell, e session player come Marty Rifkin – e registra un intero disco country. Non solo diverso da "Tom Joad", ma anche opposto allo stile urban-elettronico di "Streets of Philadelphia sessions". Un disco che, per tono e leggerezza, sembrava difficile da giustificare in quel momento, e che quindi viene lasciato nel cassetto.
Cosa contiene
Il suono di "Somewhere North of Nashville" è diretto, acustico, minimale, e volutamente semplice. Le registrazioni sono veloci – “due o tre take e poi avanti”, racconta Bruce – e il tono è ironico, rilassato, ma non per questo superficiale.
Ci sono brani country-rock come “Repo Man”, “Detail Man” e “Tiger Rose”, che guardano alle radici del rock’n’roll. “Delivery Man” e “Poor Side of Town” aggiungono una vena narrativa che richiama lo Springsteen storyteller. Canzoni come “Under a Big Sky” e “Blue Highway” rivelano la classica scrittura melodica di Bruce, mentre “Silver Mountain” e “Janey Don’t You Lose Heart” (reincisa qui rispetto alla versione degli anni ’80, così come "Stand On It") mostrano come il materiale più vecchio venga rivisitato con una nuova sensibilità.
Ci sono anche sorprese. “Tiger Rose” venne pubblicata nel ’96 da Sonny Burgess grazie a Garry Tallent, e “Detail Man” fu suonata con John Fogerty nel ’95 – in una performance comparsa sui social anni dopo. I brani “You’re Gonna Miss Me When I’m Gone” e la title track “Somewhere North of Nashville” provengono da sessioni successive, datate 2010 - tanto che la title-track compare in una versione diversa in "Western Stars".
Perché ascoltarlo oggi
"Somewhere North of Nashville" offre uno sguardo alternativo alla scrittura di Springsteen negli anni ’90, un lato B di "The Ghost of Tom Joad" sia in termini di tono che di suono: ci mostra un artista in grado di ironizzare su se stesso, di riscoprire le radici del country con leggerezza e classe. È anche un esempio della sua capacità di costruire mondi sonori coerenti anche quando lavora in apparente contrasto con la sua forma espressiva più conosciuta. Oggi, questo disco suona come un momento di libertà creativa che arricchisce il suo universo musicale parallelo.
Tracklist
1. Repo Man
2. Tiger Rose
3. Poor Side of Town
4. Delivery Man
5. Under A Big Sky
6. Detail Man
7. Silver Mountain
8. Janey Don’t You Lose Heart
9. You’re Gonna Miss Me When I’m Gone
10. Stand On It
11. Blue Highway
12. Somewhere North of Nashville