“Blur: To The End”: amicizia e rinascita in un documentario

Il progetto di Toby L. arriva in prima italiana, il 21 febbraio, al Seeyousound di Torino.

Ogni volta che Damon Albarn, Alex James, Graham Coxon e Dave Rowntree si ritrovano per fare musica, solitamente dopo lunghi periodi di pausa, l’evento diventa memorabile. “Blur: To The End” di Toby L., documentario in prima italiana al festival Seeyousound di Torino, venerdì 21 febbraio al Cinema Massimo alle 21, racconta “da dentro” un’ennesima rinascita. Lo fa puntando tutto sul rapporto profondo tra i suoi componenti. Ed è come se il pubblico fosse lì, tra loro, e diventasse il quinto elemento della formazione. Questo quarto progetto dedicato ai Blur, dopo “Starshaped”, “No Distance Left To Run” (sulla tournée mondiale del 2009) e “New World Towers” (sulla realizzazione di “The Magic Whip” nel 2015), offre però uno sguardo inedito.



Grazie all’accesso totale concesso al regista, il film, infatti, svela in modo intimo e senza filtri una band che non si limita a rincorrere il passato, ma vive l’esperienza come una pausa dalla quotidianità, ormai fatta anche di routine domestiche. Arricchito da filmati esclusivi che alternano performance live dei brani più iconici, momenti in studio e vita on the road, “Blur: To The End” si presenta come un ritratto profondo di una delle band inglesi più longeve e influenti. I Blur hanno lasciato un segno indelebile nella cultura britannica e mondiale, non solo come gruppo, ma anche grazie alle sperimentazioni sonore portate avanti negli anni dal poliedrico e magico Albarn. “Blur: To The End” porta i riflettori proprio sul sorprendente ritorno dei Blur nel 2023, con la pubblicazione dell’acclamato album “The Ballad of Darren” dopo otto anni di silenzio discografico. Il film esplora il legame tra i quattro membri della band - amici e compagni di viaggio da oltre tre decenni - durante la reunion per la registrazione del nuovo album e i preparativi per due concerti sold-out al Wembley Stadium di Londra. I Blur, in realtà, non si sono mai separati o sciolti ufficialmente, hanno voluto seguire altre correnti dopo il tour di “The Magic Whip” del 2015: nella band c’è chi come Damon Albarn si è dedicato ai Gorillaz e ai suoi progetti solisti, ma anche chi come Alex James ha preferito produrre formaggio nella sua fattoria. Amici che non si possono e non si vogliono separare.

"The Ballad of Darren" ne ha segnato il ritorno, un grande ritorno e quell’amicizia, quella sintonia, è rimasta intatta. Gli scalmanati di Colchester sono cresciuti e maturati, mai come in questo progetto documentaristico, proprio come nell’ultima fatica discografica, si capisce quanto siano cambiati nel tempo raggiungendo i tratti da rocker più adulti e saggi, ma non perdono la loro irrequietezza musicale e umana: sono partiti con l’esordio del 1991 tuffandosi nel mare morbido del Britpop per poi passare al mondo più grezzo e punk di “Parklife” arrivando fino al rock più di stampo alternativo nell'omonimo album del 1997, una svolta voluta da Graham Coxon. Con “The Magic Whip” del 2015 sono tornati sulle scene dopo dodici anni di stop e anche in quel caso, musicalmente, non si sono mai dimostrati del tutto allineati, sempre in viaggio. Un iter che li ha portati a "The Ballad of Darren", un disco con momenti energici, ma tanti, la maggior parte, più malinconici e intensi. Tutto si è riverberato nei grandi concerti a Wembley, immortalati nel documentario, che sembra proprio abbiano qualcosa di epico e infinito. Scene di live giganti fanno da contraltare a momenti intimi, passati insieme dalla band, a schegge luccicanti di vita. Tutto si mischia

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