Tale e quale (o quasi): come suona Dylan cantato da Chalamet

Sono uscite le prime canzoni di "A complete unknown": ma fuori dal film hanno senso?

“Timmy è un attore brillante, quindi sono sicuro che sarà completamente credibile nei panni di me. O di un me più giovane. O di un altro me”, ha scritto Bob Dylan su Timothée Chalamet, approvando la scelta dell’attore per il biopic “A Complete Unknown”, in uscita a fine gennaio. Sarebbe però interessante avere un parere di Dylan sulla performance musicale di Chalamet. Sì, perché un mese prima del film, il 25 dicembre, uscirà la colonna sonora: 23 canzoni interpretate da Chalamet (Dylan), Edward Norton (Pete Seeger), Monica Barbaro (Joan Baez) e Boyd Holbrook (Johnny Cash).

Sappiamo che per il film l’attore ha cantato dal vivo 40 canzoni, ma non sappiamo ancora quali di queste saranno incluse nella pubblicazione discografica. Nel frattempo, è già uscito un singolo che contiene “Like A Rolling Stone” e “Girl From The North Country”, eseguita insieme a Monica Barbaro/Joan Baez.

Ora, non è una novità che nei biopic musicali gli attori cantino le canzoni né che queste vengano pubblicate. Ascoltando Chalamet/Dylan, mi è tornato in mente Joaquin Phoenix, che 18 anni fa impersonò - amche musicalmente- Johnny Cash in “Walk the Line”, sotto la guida musicale di T Bone Burnett. Le canzoni nei film sono parte integrante delle storie e strumenti di marketing potentissimi: nel caso di “A Complete Unknown”, il piano di lancio è iniziato mesi fa, puntando a rendere credibile Chalamet e a dimostrare la sua dedizione nel ricostruire Dylan, anche musicalmente.

Però.
C’è un primo però: spogliate queste canzoni del loro contesto cinematografico, cosa resta? E un secondo però: Dylan è Dylan. È impossibile ricostruire un personaggio che per sua stessa scelta è volutamente ambiguo e sfuggente. Un completo sconosciuto, appunto.

Quello che rimane, ascoltando le due canzoni già pubblicate, è un effetto un po’ “Tale e quale show”: nel programma televisivo tutto è palesemente falso, talvolta persino grottesco, ma – come ci ricorda una scritta in sovraimpressione – “la voce è dal vivo”. Le raffinatissime produzioni hollywoodiane sono di tutt’altro livello, ma ogni tanto i biopic producono un effetto simile, amplificato dalla musica. Da un lato, Chalamet è tecnicamente molto bravo nel riprodurre le inflessioni dylaniane e sicuramente sullo schermo sarà convincente. Dall’altro, ascoltare tutto al di fuori del film è più una curiosità che altro: fatto una volta, non si vede il motivo per ripetere l'esperienza.

Aggiungete a questo due dettagli: 1) Dylan e Baez non hanno mai cantato insieme “Girl From The North Country” (licenza poetica del film); 2) la versione di “Like A Rolling Stone” dura tre minuti e mezzo, circa la metà dell’originale (esigenze narrative?). Eppure, proprio la lunghezza di quella canzone era parte della sua forza dirompente all’epoca.

Per i complottisti: Dylan non guadagna nulla da questa operazione. Ha venduto i diritti del suo catalogo tempo fa e ha già incassato tutto il possibile. La sua approvazione, quindi, era tutt’altro che scontata.

Detto questo: tutto molto giusto, tutto molto ben fatto. Forse anche troppo…
Aspettiamo di vedere il film e attendiamo con un po’ di brivido l’arrivo della prossima puntata: Jeremy Allen White che canta lo Springsteen di “Nebraska” in “Deliver Me From Nowhere”, l’adattamento cinematografico dello stupendo libro di Warren Zanes, attualmente in lavorazione.

 

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