“È una cosa trash. Ma trash fatto con cura e con amore”, disse una volta Richard O’Brien parlando della sua creatura più grande, “The Rocky Horror Picture Show”, il musical dal quale fu tratto nel 1975 l’omonimo film di Jim Sharman, oggi considerato un lavoro di culto per via di quel mix spiazzante tra commedia, horror, fantascienza. La Lady Gaga di “Disease”, il nuovo singolo uscito oggi in tutto il mondo, sembra uscire fuori proprio dal capolavoro con protagonista Tim Curry nei panni dello scienziato pazzo Frank-N-Furter, che con i suoi deliri scioccava i malcapitati Susan Sarandon e Barry Bostwick: è enigmatica, ambigua, misteriosa. E magnificamente trash.
Chiusi in un baule i panni di Harley Quinn, la partner di Joker che Stefani Germanotta ha interpretato nel sequel del film di Todd Phillips, che al botteghino ha riscosso un successo al di sotto delle aspettative, Gaga rispolvera i panni della popstar elusiva e a tratti anche disturbante degli esordi, a partire da quella che nel video di “You and I” interpretava una donna che si sottoponeva agli esperimenti del partner. Qui, però, i ruoli si invertono. È lei ad essere in una posizione predominante rispetto al suo partner: “Bring me your desire, I can cure your disease”, canta. E ancora: “I know all your secrets, I can cure ya / ah, cure your disease”. È un po’ psichiatra e un po’ fattucchiera, un po’ guaritrice e un po’ megera: un tempismo perfetto, con Halloween alle porte.
“Disease” è un pezzo dance dalle sonorità oscure che mescola l’elettronica a venature più rock, distante anni luce sia dall’immaginario swing e jazz di “Harlequin”, il “companion album” di “Joker 2: Folie à deux” sia dalla ballatona Anni ’70 “Die with a smile” con Bruno Mars, da settimane in testa alla classifica dei brani più ascoltati a livello mondiale su Spotify: Gaga lo ha scritto insieme ad Andrew Watt (il produttore più quotato della scena pop-rock internazionale in questo momento, al fianco dei Pearl Jam per “Dark matter”, dei Rolling Stones per “Hackney diamonds”, di Iggy Pop per “Every loser”, di Post Malone per “Austin”, di Ozzy Osbourne per “Patient Number 9”), che ha anche prodotto il singolo insieme a Cirkut, vero nome Herny Walter, già dietro a “Wrecking ball” di Miley Cyrus, “Hurricane” di Kanye West e The Weeknd, il tormentone “Sweet but psycho” di Ava Max. Tra gli autori del brano risulta accreditato anche Michael Polansky, il compagno di Lady Gaga (i due hanno sfilato insieme anche a Venezia, dove la popstar ha presentato “Joker 2: Folie à deux” insieme allo stesso Todd Phillips e a Joaquin Phoenix), ma non è specificato il ruolo che l’imprenditore ha avuto nella composizione della canzone.
“Disease” è il primo vero antipasto del nuovo album di inediti di Miss Germanotta, provvisoriamente intitolato “LG7”, che uscirà il prossimo febbraio a distanza di cinque anni dal precedente “Chromatica”. Gaga ne ha fatto ascoltare un paio di piccole anticipazioni lo scorso agosto a Parigi, fuori dall’hotel in cui alloggiava in occasione della sua esibizione alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi (l’abbiamo vista - e sentita - alle prese con un sorprendente e apprezzatissimo omaggio alla soubrette francese Zizi Jeanmaire sulle note di “Mon truc en plumes”): “Ho scritto tante canzoni, ho prodotto tanti brani. Diciamo che è qualcosa che non avevo mai fatto prima. Amo esplorare la musica e sperimentare diversi generi. Questo settore può isolarti, ma io non mi sento mai sola grazie ai miei fan”, ha detto negli scorsi mesi, parlando del successore di “Chromatica”. E intanto si rincorrono voci incontrollate e incontrollabili su un tour negli stadi europei in programma per l’estate 2025, che dovrebbe riportare la popstar di origini italiane ad esibirsi anche nel nostro Paese, allo Stadio San Siro di Milano: come sempre quando si parla di Gaga, poche certezze e tanto mistero.