Green Day, un concerto che è una celebrazione generazionale

A Milano la band per i 30 anni di “Dookie” e i 20 di “American Idiot”: il racconto

L’appuntamento con i Green Day a Milano il 16 giugno promette bene fin dalle premesse. Il tour che riporta Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Tré Cool agli I-Days, dedicato al nuovo album “Saviors” (qui la nostra recensione), è un’occasione per celebrare dal vivo i trent'anni dall'uscita di "Dookie" e i venti di “American Idiot”. Quello che va in scena all’Ippodromo Snai La Maura è quindi un evento, più che un semplice concerto, che raduna oltre 70mila persone, dai fan della prima ora ai più giovani, e qualche bambino, in un incontro generazionale. 

Il compito di iniziare a radunare il pubblico sotto al palco spetta ai britannici Nothing but Thieves, tra le band più interessanti degli ultimi tempi. Nell'ultima luce di una calda domenica di sole, il rock energico e vulnerabile di Conor Mason e soci regala una degna apertura di serata. È quindi la registrazione di “Bohemian Rhapsody” dei Queen trasmessa dagli altoparlanti, come tradizionale segnale che il concerto dei Green Day sta per iniziare, a richiamare anche gli ultimi distratti. Dopo l’immancabile siparietto di Drunk Bunny su “Blitzkrieg Bop” dei Ramones, con in coda echi della “Marcia Imperiale” da “Star Wars” e “We will rock you”, lo show può incominciare. La scarica di chitarra, i colpi netti di batteria, le linee di basso dirette, un riff ripetitivo: con "The American Dream is killing me”, primo singolo da “Saviors”, Billie Joe, Mike e Tré danno il via alle danze.

16 giugno 2024 - Ippodromo La Maura - Milano - Green Day in concerto

Vai alla gallery completa

È un inizio di impatto, che abbraccia il pubblico: nel pit arriva la frenesia del trio, supportato dal tastierista Coley O'Toole insieme ai chitarristi Kevin Preston e Jason White, e un suono che colpisce dritto.  A distanza di vent’anni dal successo di “American Idiot” i Green Day discutono ancora dell’ipocrisia del “sogno americano”, con la loro tipica foga nel raccontare il presente. A far scatenare il pubblico è quel punk rock, ispirato all’hardcore melodico, che con “Dookie” catapultò Billie Joe, Mike e Tré nel mainstream. Proprio al disco del 1994, ormai tra le pietre miliari della discografia della band californiana, è dedicata la prima parte dello show. Sul finire della prima canzone in scaletta, prende quindi forma la scenografia che riproduce visivamente la copertina di “Dookie”, con tanto di esplosione e nuvole di fumo ricreate da sagome e gonfiabili mentre sui megaschermi passano immagini e testi. Come promesso, l’album viene suonato dal vivo dai Green Day nella sua interezza e rispettando l’ordine della tracklist. Si parte con l’immediatezza di pezzi come - tra gli altri - "Burnout", “Welcome to Paradise" e il brano senza tempo "Basket case”, all’epoca capace di conquistare l’alta rotazione di MTV e delle radio più commerciali, insieme alla grezza delicatezza di un pezzo come “She” - ancora oggi un gioiello della discografia della band - e “When I come around”. Quel mix di esuberanza post-adolescenziale e nichilismo di trent’anni fa, sul palco degli I-Days lascia spazio all’esperienza e alla maturità raggiunta dal gruppo (notevole l'esecuzione di "Longview"), che in scena gioca abilmente tra passato e presente. I Green Day in concerto fanno i Green Day, e sono sempre una garanzia. Billie Joe, Mike e Tré sul palco si presentano sempre come ci si aspetterebbe, riuscendo persino a oscurare i segni del tempo con la loro abilità ed energia. Mentre "In the end" e "F.O.D." portano il pubblico a scatenarsi, tra pogo e tentativi di stage diving, Tré Cool chiude l'omaggio a "Dookie" interpretando in modo ironico la sua "All by my self".

Non ci sono pause o momenti morti, ed è quindi la scenografia che scompare a dettare l'inizio di un nuovo momento del concerto. La parte centrale dello show unisce brani meno recenti, tra cui "Know your enemy" che vede una fan del pubblico venir scelta tra le prime file per salire sul palco, e pezzi del nuovo album, di cui si ascoltano "Look Ma, No Brains!", "One Eyed Bastard" e "Dilemma". Dal passato vengono scelte "Hitchin' a Ride", con il divertimento del frontman alle stelle nell'interagire con il pubblico, e "Brain Stew", anche qui introdotta dal famosissimo riff di "Iron Man" suonato da Billie Joe. Questa volta a prendere forma in scena è poi un gonfiabile che riproduce la mano con in pugno il cuore bomba della copertina di "American Idiot", omaggiato nel terzo atto del concerto milanese. La scaletta segue, sempre fedelmente, la tracklist dell'album del 2004, il lavoro più ambizioso e amato dei Green Day. L'iconica title track, “Jesus of suburbia”, sempre tra i momenti musicalmente migliori con cambi di ritmo e atmosfere, "Holiday" e tutte le altre tracce di "American Idiot" hanno ancora più forza, che ne rivela il carattere. "Questa serata non è una festa, è una celebrazione", spiega a un certo punto il frontman. 

Dopo "Wake Me Up When September Ends" e "Homecoming", seguiti da "Whatsername", i Green Day stanno già suonando da oltre due ore e sono le 23 passate. La band è costretta a rinunciare a due brani originariamente in scaletta: "Minority" e "Bobby Sox". Billie Joe rimane quindi solo sul palco per eseguire con la chitarra acustica una versione intima di "Good Riddance (Time of Your Life)". Tutti insieme salutano poi il pubblico e si congedano. Gli alfieri della Bay Area non tradiscono neanche questa volta le aspettative, ma non c'erano dubbi.

Scaletta:

Bohemian Rhapsody (registrata) - dei Queen
Blitzkrieg Bop (registrata) - dei Ramones
lntro Theme (registrata)
The American Dream Is Killing Me

Dookie

Burnout
Having a Blast
Chump
Longview
Welcome to Paradise
Pulling Teeth
Basket Case
She
Sassafras Roots
When I Come Around
Coming Clean
Emenius Sleepus
In the End
F.O.D.
All by Myself

Know Your Enemy
Look Ma, No Brains!
One Eyed Bastard
Hitchin' a Ride
Dilemma
Brain Stew

American Idiot

American Idiot
Jesus of Suburbia
Holiday
Boulevard of Broken Dreams
Are We the Waiting
St. Jimmy
Give Me Novacaine
She's a Rebel
Extraordinary Girl
Letterbomb
Wake Me Up When September Ends
Homecoming
Whatsername

Good Riddance (Time of Your Life)

Vuoi leggere di più su Green Day?

rockol.it

Rockol.com s.r.l. - P.IVA: 12954150152
© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Privacy policy

Rock Online Italia è una testata registrata presso il Tribunale di Milano: Aut. n° 33 del 22 gennaio 1996