Definirlo “camaleontico”, ormai, è riduttivo. Il nuovo singolo di Post Malone "I had some help" vede la collaborazione di Morgan Wallen, tra i cantautori country pop più popolari di sempre. Il brano è stato scritto dagli stessi Malone e Wallen insieme a Louis Bell, Ryan Vojtesak, Ashley Gorley, Ernest Keith Smith e Hoskins e prodotto da Louis Bell, Charlie Handsome e Hoskins nei panni di co-produttore. Il singolo, che sarà contenuto nel primo album country di Post Malone in uscita quest'anno, arriva sulla scia dei set di Malone e Wallen allo Stagecoach Festival 2024 di Indio, in California. Lo scorso aprile Posty si è esibito per la prima volta allo Stagecoach con una scaletta di cover country e, durante l'esibizione, ha accolto tra gli ospiti le superstar Brad Paisley, Sara Evans e Dwight Yoakam, facendo presagire il suo nuovo orizzonte.
Recentemente ha collaborato con Taylor Swift per “Fortnight”, primo singolo estratto da “The tortured poets department”, il nuovo album della popstar internazionale. Una curiosità: “Fortnight” è diventata la canzone che ha totalizzato più stream in un solo giorno nella storia di Spotify. Resta una domanda: chi è oggi Post Malone? Il rap e la trap, che hanno fatto parte della sua carriera, già con l’album “Austin” del 2023, sono state superate e del tutto abbandonate a livello sonoro. L’artista è maturato, cambiato, cresciuto. Ma guai a pensare che in quel caso ci sia stato un riposizionamento ruffiano: Post Malone ha sempre coltivato, sin dal primo album “Stoney” del 2016, un approccio strumentale. Soprattutto la chitarra è un elemento simbolo del suo cammino, portata sul palco e suonata dallo stesso Posty sin dagli albori come strumento rappresentativo del suo lato più intimo e acustico. La bellissima “Stay” del 2018 ce lo ricorda, ma anche l’esperimento più rock di “Take what you want” del 2019 con Ozzy Osbourne non va sottovalutato. Proprio le venature rock sono state un altro elemento che ha sempre contraddistinto la musica e l’immaginario dark dell’artista, un’eredità che si porta dietro dal grande amore per i Nirvana e da quello per un suo mentore e amico, Lil Peep.
In sintesi: “Austin”, per quanto particolare, può ancora rientrare nell’universo di Malone, ha una sua coerenza e visione, è l’album chitarristico e “suonato” che Posty ha sempre voluto fare (e che ha presentato in tour con una band). Ora, però, questa ennesima virata verso un country molto pop e americano, basta vedere il video “I had some help”, nell’accezione anche più pacchiana del termine, non sembra, in questi primi scampoli, del tutto a fuoco. Non sarà il primo e neppure l’ultimo: anche Jelly Roll dal rap è passato al country “contaminato”, il genere che più di tutti, oggi più che mai, è sotto i riflettori dell’industria. L’identità di Malone è sempre stata multipla, ma a suon di cambiare direzione si rischia l’incidente, di cadere da cavallo, soprattutto se anche l’approccio alla scrittura sembra essere mutato: “Ci vogliono due persone per spezzare un cuore in due. Baby, tu dai la colpa a me e io la do a te, cavolo se non è la verità”, questo il ritornello, banale, dell’ultimo singolo con Wallen. Dell’analisi personale, a volte anche dolorosa, sempre portata avanti dall’ex rapper, non c’è traccia. Vedremo quale strada intraprenderà, ma i presupposti lasciano molte, legittime, domande e preoccupazioni su chi stia diventando, oggi, Post Malone.