Dave Matthews Band: una grande live band

La formazione americana dal vivo crea un compatto muro sonoro con tanti assoli di grandi musicisti.

Non c’è il pienone al Forum di Milano e tra il pubblico che entra nel palasport ci sono molti anglofoni. Evidentemente la Dave Matthews Band a loro piace così tanto da non perdere l’occasione di vederli live anche in “trasferta” (in realtà Milano in questi giorni del Salone del Mobile è piena di stranieri). Per carità poi il pubblico italiano è in maggioranza…

Vedere la band americana è un’opera di fede, ma anche un’immersione in un mondo musicale unico, composito, complesso, potente ed a tratti stordente e affascinante.

Il gruppo è noto per le sue lunghe performance, simili a quelle di Springsteen, e così s’inizia alle 20,15 e si termina dopo 2 ore e 40 con le orecchie piene di musica e di sorprese. Sì, perché, anche in questo simili a Springsteen, le scalette sono ogni sera differenti e quindi capita, come successo a Milano, d’imbattersi in alcuni “debutti” nel tour (la lunghissima “Seek Up” e “Here On Out” nei bis per quanto riguarda la serata milanese). 

Se le sorprese sono i titoli quello che è incrollabile è lo stile del gruppo. Un genere composito, figlio di tanti stili differenti, che si cementano tra loro e, per quanto riconoscibili, ne creano uno nuovo: quello della Dave Matthews Band. Lunghi e ripetuti assoli, equamente distribuiti su tutti gli strumenti, brani che si dilatano con aperture musicali incredibili, cavalcate che paiono senza fine ma condotte con passo differente. Delle jam session dal sapore “antico” ma di grande rigore esecutivo. Tipiche caratteristiche della DMB.

Nell’economia sonora della band hanno un ruolo importante i fiati (sax e tromba) che spesso sono i protagonisti della scena dove altrettanto peso solistico ha la chitarra elettrica nelle mani e dita di Tim Reynolds. Ma tutto questo avvicendamento alle parti soliste avviene su una base ritmica “importante” composta da un basso pieno di groove, che pulsa per tutto il concerto, insieme a una batteria martellante (quando vengono presentati per entrambi c’è un’ovazione da parte del pubblico).

Tutti i sette membri sono grandissimi musicisti, rendono normale e apparentemente facile ciò che in realtà non lo è. Le loro esibizioni sono un concentrato di virtuosismo accompagnato però da un forte impatto “emotivo” e riescono a trascinare e coinvolgere il pubblico che in realtà è composto da veri fan, da ascoltatori attenti, esigenti e che ben conoscono la produzione della band.

Le atmosfere sono differenti, si va dalla potenza pura, al ritmo senza dimenticare momenti più melodici, rilassanti, in cui la band rallenta e regala una differente anima musicale.

Di sicuro ogni volta che si assiste a un concerto della DMB ci si rende conto che inevitabilmente sono una live band. È proprio in questo contesto che riescono a sviluppare al meglio le loro capacità esecutive e strumentali, dando spazio a creatività e fantasia. È impossibile restare indifferenti durante un’esibizione, è impossibile non notare le loro doti, la loro abilità e la capacità di costruire un muro musicale su cui i fan si appoggiano tranquillamente.

L’esibizione milanese si chiude con una personale versione di un classico di Bob Dylan: “All Along the Watchtower”.

L’appuntamento è per questa sera al Mandela Forum di Firenze, nuova tappa (ultima in Italia) del tour europeo. 

Scaletta live Milano

Pig
Samurai Cop (Oh Joy Begin)
Walk Around the Moon
Funny the Way It Is
Looking for a Vein
Madman's Eyes
Stolen Away on 55th & 3rd
The Only Thing
You & Me
Seek Up
So Much to Say
Anyone Seen the Bridge
Too Much
Break Free
Crush
Virginia in the Rain
Rooftop
Pantala Naga Pampa
Rapunzel 

Encore:

Here on Out
Singing From the Windows
All Along the Watchtower

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