Le previsioni che la davano come vincitrice annunciata del Grammy Award come “Best African Music Performance” non sbagliavano: alla fine lo scorso febbraio, sul palco della Crypto.com Arena di Los Angeles, Tyla la statuetta l’ha vinta. Stabilendo un record, inevitabilmente. Già, perché la voce di “Water” è diventata la prima artista della storia a conquistare il prestigioso premio che a partire dall’edizione di quest’anno degli “Oscar della musica” gli organizzatori hanno voluto includere tra le varie categorie, a sottolineare l’impegno a rendere sempre più inclusivi i Grammy Awards. “La musica africana sta diventando globale e sono così felice di essere uno degli artisti che traina il mercato. Sto lavorando al mio suono da due anni ormai e sono pronta a farlo ascoltare al mondo: non vedo l’ora che tutti possano conoscere una popstar africana”, aveva detto la 22enne cantautrice sudafricana poco prima di volare Los Angeles. Se il Grammy è stato un (fin troppo telefonato) riconoscimento per un tormentone che dallo scorso luglio ha totalizzato oltre 480 milioni di streams a livello mondiale su Spotify (un successo che non finisce qui: è appena uscito il remix della hit, inciso da Tyla insieme a Travis Scott), l’album d’esordio in uscita questo venerdì, 22 marzo, rappresenterà per Tyla una consacrazione.
Intitolato semplicemente “Tyla”, il disco uscirà nonostante alcuni problemi di salute abbiano spinto negli scorsi giorni la popstar a rimandare il tour che l’avrebbe vista esibirsi anche in alcune grandi città europee come Oslo, Stoccolma, Berlino, Copenhagen, Parigi, Amsterdam e Londra: “Avrei voluto tenere tutto privato, ma è importante condividere con voi che negli ultimi anni ho sofferto silenziosamente per un infortunio che è tragicamente peggiorato. Ho visto dottori e specialisti. Avevo speranza, ma il dolore è diventato insopportabile. Non sono in grado di andare avanti con il tour. E non riesco a descrivervi quanto sia frustrata che tutto questo avvenga in questo momento di svolta della mia carriera”, ha fatto sapere lei via social. L’album non poteva restare ulteriormente chiuso in un cassetto. Tyla Laura Seethal, questo il vero nome della cantautrice, che è nata nel 2002 a Johannesburg, la capitale sudafricana, e ha origini irlandesi, olandesi e zulu, ha lavorato alle tredici tracce incluse nel disco negli ultimi ventiquattro mesi almeno, con l’obiettivo - esplicitamente dichiarato - di “diventare la più grande popstar e difendere la musica africana ovunque”.
Del resto la nuova musica africana, l’afrobeats, sta vivendo un momento senza precedenti, un’ondata di creatività, con il continente intero che cerca riscatto in musica. “Mi piacerebbe premiare più musica africana e di altre aree del mondo. Il futuro della Recording Academy dovrà basarsi sull’equità: dovremo celebrare la musica di tutto il mondo”, ha detto Harvey Mason Jr., il patron dei Grammy Awards, commentando la decisione di includere ai premi una categoria dedicata alla musica africana. A prescindere dalle performance nelle varie classifiche, la missione a Tyla è già riuscita. Il disco esce per una multinazionale della discografia come Sony Music, tramite la controllata Epic Records, e dentro ci sono ospiti che in genere popolano i dischi delle grandi popstar americane: dallo stesso Travis Scott alla star latina Becky G (che duetta con Tyla in “On my body”) e tra i produttori spuntano Ariowa Irosogie e Sir Nolan, già al fianco di Beyoncé, Pitbull, Justin Bieber e Doja Cat.
Manuel Nicoli, Head of International Frontline di Sony, ne è convinto: “L’uscita del disco di Tyla è un altro momento importante per la musica africana contemporanea che sempre più si sta inserendo nella scena pop globale con le sue sonorità distintive. Si contano sempre più collaborazioni tra artisti afrobeats e superstar del pop e del rap. L’album è trainato da una hit globale come ‘Water’ che conta qualcosa come oltre 744 milioni di audio streams ed è nella Top 50 di Spotify da oltre 170 giorni. Peraltro Tyla oltre al Grammy ha ricevuto una nomination anche ai Brit Awards e si sta confermando come uno dei nomi più importanti di una scena che offre sempre più repertorio di qualità, prodotto da una nuova generazione di artisti che ormai pensa e agisce su scala globale”.
I numeri parlano chiaro: secondo Spotify, dal 2017 gli ascoltatori di musica africana sono cresciuti del 550% nel mondo, grazie alle produzioni di artisti come i nigeriani Wizkid, Davido e Burna Boy e la stessa Tyla. Ci sono paesi che rispetto all’Italia sono arrivati prima al fenomeno, come il Regno Unito, il Belgio, la Francia e gli Usa, per via di fattori geopolitici. Ma l’Italia non resta a guardare: “Anche da noi si muove qualcosa in termini di collaborazioni - sottolinea Nicoli - nel nuovo disco di Rhove, infatti, abbiamo appreso che ci sarà un brano con l’artista nigeriano Oxlade, firmato con Sony Francia”.