Pete Townshend ai chitarristi su Instagram: "L’ascolto è vitale"

Il chitarrista degli Who dice che Moon ed Entwistle erano formidabili perché si ascoltavano

Pete Townshend conversando con il magazine britannico Guitarist ha incensato i suoi ex compagni di band negli Who, ora defunti, il batterista Keith Moon e il bassista John Entwistle, dicendo che erano una sezione ritmica formidabile.

Queste le parole del 78enne chitarrista degli Who: "Keith Moon era un batterista pazzo, ma ascoltava John Entwistle. Erano una sezione ritmica davvero formidabile. Io sapevo che avrei potuto suonare qualsiasi cosa e loro mi avrebbero seguito. A volte John Entwistle riconosceva le note che suonavo prima di me! L’importanza dell’ascolto è vitale”.

In un altro passaggio della sua intervista Townshend si collega a quanto detto di Keith e John per spostare il tema su molti chitarristi che segue su Instagram che, per quanto siano bravi a suonare, avrebbero bisogno di lavorare con altre persone per imparare l'arte dell'ascolto.

Ci è arrivato parlando del virtuosismo appariscente con la chitarra di Prince: "Beh, Prince era virtuoso, spesso suonava un brano blues davvero pieno di sentimento, poi, per passare da un pezzo blues a un altro, faceva uno straordinario shred. Quindi era un po' appariscente. Forse era solo per dimostrare che lo poteva fare. Davvero non lo so. Penso che semplicemente a volte si sia verificata una disconessione. Quando vedi fermarsi quel genere di artista, e ce ne sono molti su Instagram, uno dei miei preferiti è un ragazzo chiamato Angel Vivaldi, che è un musicista splendido, davvero splendido, lui quando lavora con altri musicisti, cambia. Lui li ascolta davvero e si integra. Può suonare tutto quello che vuole. Ce ne sono un paio di altri che seguo, ma molti di loro sono solo musicisti solisti che hanno imparato il mestiere e sono diventati molto, molto veloci. Quindi, penso che ciò che deve accadere è che debbano essere inseriti nel mondo della musica, in un posto diverso da Instagram. Questa è la loro sfida. Penso che sia la sfida in questo momento, come lo è per molti musicisti di musica elettronica: sono molto isolati e lavorano da soli."

 

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